Il 70% delle 227 mila imprese costituite da cittadini immigrati ha rapporti con le banche italiane.
Si tratta di un dato emerso dallo studio “Comportamenti finanziari e creditizi della società multietnica”, realizzato da Unioncamere, Nomisma, Crif e Adiconsum e presentato questa mattina a Roma.
In particolare, il 50% degli intervistati giudica buona la qualità dei servizi offerti dalle banche, soprattutto da quelle minori. Inoltre, il 40% ha chiesto un prestito per avviare una nuova impresa, anche se spesso gli immigrati utilizzano le proprie risorse economiche o quelle di amici e parenti.
Negli ultimi 5 anni, si legge nell’indagine, le imprese individuali gestite da immigrati sono passate da circa 100 mila ad oltre 227 mila, con tassi di crescita vicini al 10% l’anno.
Per quanto riguarda gli imprenditori, si tratta principalmente di persone giovani (il 15% ha meno di 30 anni) che prediligono il commercio (per il 40%), le costruzioni (29,9%) e i servizi (13,5%).
Durante l’incontro di oggi si è parlato anche del rapporto che gli imprenditori immigrati hanno con le banche. L’offerta di credito risulta essere la stessa concessa ai piccoli imprenditori italiani anche se non è ancora mirata a rispondere alle esigenze di un tipo particolare d’impresa diverso da quella del nostro paese.
Il testo integrale dello studio è disponibile presso il sito Internet di Unioncamere.