Ammontano a 482 milioni di euro le risorse che popolano le casse degli enti locali campani bloccate a causa del Patto di Stabilità: una quota pari a 9,7% dei fondi disponibili in tutta la penisola secondo quanto rivelato dalla stima resa nota dal Centro Studi dell’Ance di Salerno. Si tratta, inoltre, del plafond più ampio tra le Regioni che appartengono all’Obiettivo Convergenza, tanto che in Sicilia si parla di 302 milioni, in Puglia di 261 milioni e in Calabria di 91 milioni.
PMI edili in crisi
A fare le spese di questa situazione sono le imprese edili attive nell’ambito dei lavori pubblici sulle quali grava il persistente problema del ritardo dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, tanto che il debito complessivo ammonta a circa 19 miliardi di euro.
Patto di Stabilità da modificare
Il presidente di Ance Salerno, Antonio Lombardi, mette in evidenza come per migliorare la situazione e promuovere la ripresa del settore edile sia necessario non solo agire modificando il Patto di Stabilità, ma anche la variazione delle regole alla base della certificazione dei crediti introducendo un meccanismo automatico per «offrire maggiori opportunità di smobilizzo all’interno del circuito bancario, e per favorire la compensazione con i debiti fiscali». Secondo Lombardi: «La modifica del patto di stabilità interno è da ritenersi, inoltre, sostanziale per consentire una reale politica di investimenti da parte degli Enti locali e per frenare il trend degli ultimi anni: nel periodo 2004-2010 a fronte di un obiettivo di riduzione di spesa del 6%, i Comuni hanno aumentato del 5% le spese correnti. Bisogna, cioè, procedere nella direzione dell’allentamento dei vincoli fissati per gli Enti Locali insieme all’introduzione del principio dell’equilibrio di parte corrente, accompagnato da un vincolo sull’indebitamento». (=> Leggi tutte le news per le PMI della Campania)