Il nuovo sistema AVCPass (Authority Virtual Company Passport) – messo a punto dal Governo per effettuare verifiche online dei requisiti necessari a partecipare agli appalti disciplinati dal codice dei contratti pubblici per semplificare e ad accelerare leprocedure attraverso la dematerializzazione dei documenti cartacei – è partito lo scorso 2 gennaio ma ad oggi solo poche stazioni appaltanti, poche decine, hanno effettuato l’accesso alla piattaforma. Così nella maggior parte dei casi si sta continuando con il vecchio metodo, quello cartaceo.
Pioggia di ricorsi
A rivelare il flop del sistema AVCPass è l’associazione ANORC (Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione digitale), che prevede un imminente pioggia di ricorsi, poiché le pratiche svolte con verifica cartacea risulterebbero non conformi alle nuove disposizioni di legge che prevedono l’obbligo da gennaio 2014 di registrarsi su AVCPass per partecipare alle gare pubbliche e appalti pari o superiori a 40.000 euro. Se la previsione ANORCdovesse avverarsi risulterebbe piuttosto grave perché rischierebbe di mettere in stallo l’intera macchina degli appalti.
Procedura digitale
Le nuove disposizioni di legge prevedono infatti che l’intera documentazione comprovante il possesso dei requisiti di carattere generale, tecnico-organizzativo ed economico-finanziario per la partecipazione ai bandi di gara pubblici venga acquisita esclusivamente attraverso la Banca Dati nazionale dei contratti pubblici secondo una procedura molto ferrea che attualmente però il sistema degli appalti non sembra intenzionato ad utilizzare. Bisogna tuttavia sottolineare che la legge non prevede sanzioni per le PA inadempienti. Una volta che le imprese si sono registrate al sistema AVCPass, viene loro assegnato un “PASSOE” attestante che l’impresa può essere sottoposta alla verifica dei requisiti tramite AVCPass e che va inserito nella busta contenente la documentazione amministrativa richiesta per partecipare alle gare di appalto pubbliche. Una volta registrata, l’impresa può utilizzare tutti i documenti purché in corso di validità, per tutte le successive gare di appalto a cui intende partecipare. Il Responsabile del Procedimento è incaricato di trasferire entro 60 giorni dalla data di conferma di avvenuta verifica dei requisiti tramite AVCPASS i fascicoli di gara a ciascuna stazione appaltante, che ha l’onere di conservare i documenti.
Criticità sistema AVCPass
L’associazione ANORCsottolinea tuttavia alcune importanti criticità del sistema AVCPass, legate alla conseguente proliferazione esponenziale delle caselle di posta elettronica certificata (PEC). La delibera 111 dell’AVCP prevede infatti che i soggetti coinvolti nella procedura possiedano un proprio indirizzo PEC:
- stazione appaltante/ente aggiudicatore (PEC relativa all’Area Organizzativa Omogenea di Protocollo di appartenenza);
- Responsabile del Procedimento (casella PEC personale);
- almeno un amministratore/legale rappresentante di ogni operatore economico (casella PEC personale dell’amministratore e casella PEC dell’operatore economico);
- nel caso di operatore economico persona fisica casella PEC personale;
- eventuale delegato dall’operatore economico (casella PEC personale del delegato e casella PEC dell’operatore economico);
- Presidente di Commissione, Commissari di gara ovvero altri soggetti abilitati alla verifica dei requisiti per il tramite del sistema AVCPASS (casella PEC personale).
In più tutti i documenti ricevuti sulla casella di PEC dei diversi soggetti individuati dalla delibera devono essere correttamente conservati ai sensi degli artt. 43, 44 e 44-bis del CAD e devono essere registrati al protocollo. Per maggiori informazioni consulta il comunicato ANORC.