Sul lavoro esistono codici di abbigliamento cui solitamente tutti si attengono. Conformarsi ai dettami del look anche in ambito business permette di sentirsi in linea con gli altri ma anche di essere presi sul serio, grazie all’aspetto formale del completo o tailleur di turno. O al contrario, di essere giudicati dinamici e creativi se lo stile è trendy e chic.
Spesso, in realtà, il tipo di abbigliamento caratterizza intere categorie lavorative: per cui è facile distinguere i manager dai programmatori, i capi progetto dai grafici e le segretarie dai centralinisti di call center.
Addirittura, grazie all’abito giusto molti cercano di ottenere un po’ di rispetto in più (soprattutto se parliamo di donne nei confronti dei colleghi uomini) nel proprio ruolo lavorativo, e solo quando diventano figure solide e riconosciute in azienda possono permettersi eccessi di moda senza rischiare antichi ma intramontabili pregiudizi.
Un’inchiesta condotta da Usa Today ha rivelato come tra i giovani serpeggi una grande incertezza sul look da adottare in ufficio, mentre invece in Italia una ricerca Adecco e Università Bicocca di Milano ha evidenziato un rapido adeguamento alle consuetudini stilistiche degli ambienti lavorativi.
L’attenzione per l’abbigliamento inizia durante i primi colloqui – perché i giovani sanno di essere valutati a partire dal proprio aspetto – dato che i valutatori considerano l’abbigliamento non solo come una questione estetica ma un vero e proprio indicatore delle caratteristiche della persona.
Il riferimento per tutti è sempre stato il look classico, cosiddetto formal-office: serio, senza eccessi generalmente caratterizzato da giacca e cravatta per l’uomo e da tailleur per le donne. Colori sobri e formali (grigio, nero, blu e marrone) e nessun particolare vistoso o eccessivo, dai tacchi alle scollature, dal trucco al livello di barba, dalla cravatta ai calzini. Vietati tattoo e mutande a vista, acconciature alternative, unghie smisurate.
Qualcosa però è cambiato, per, in favore di quella flessibilità che permetta di preservare un certo buongusto: è quanto emerge da un recente sondaggio Euroffice, secondo cui oggigiorno è di moda il casual curato, adottato dal 57% degli italiani e costituito da pantalone o gonna con giacca o maglioncino, sapientemente abbinati ad appositi quanto studiati accessori.
Rimane l’obbligo del completo formale per l’alto management, ancora formato principalmente da uomini (78% n.d.r.), mentre tra i comuni impiegati avanza l’uso dei jeans adottato dal 20% degli intervistati e scelto dagli uomini che adottano il casual Friday (l’abitudine di stampo statunitense di vestirsi comodi almeno il venerdì) e dalle donne, che riescono a renderlo un capo passpartout grazie a complementi glamour e/o di lusso.
Lo stesso sondaggio ci permette di scoprire il lato vanitoso di molti impiegati, che studiano il proprio abbigliamento per farsi notare o adottano tacchi vertiginosi o griffe di moda usando i corridoi come passerelle da sfilata. Non vanno però i dimenticati coloro che, controcorrente, adottano un look completamente sportivo (tuta e scarpe da tennis), per quanto microscopica minoranza (2%).
Cinzia Felicetti, giornalista e scrittrice, nonchè autrice dei workshop “Dress to impress: vestirsi con successo” e del libro “L’abito fa il manager. Lui & lei: guida allo stile di successo”, svela come fare buona impressione sul potenziale datore di lavoro. Ecco le regole da seguire per superare una selezione, almeno dal punto di vista dell’apparenza:
- Curare l’igiene personale e mostrare pelle, denti, unghie e capelli in ordine;
- Scegliere abiti di taglio classico possibilmente su misura specialmente per gli uomini;
- Puntare su una camicia bianca perché fa sempre una bella figura;
- Ricordare che la cravatta slancia a patto che sia ben abbinata all’abito;
- Preferire i colori scuri: nero, blu navy o grigio;
- Investire negli accessori;
- Scegliere un girocollo di perle perché stanno bene a tutte su tutto;
- Evitare di incurvare le spalle;
Bocciati, come prevedibile, scollature, minigonne e tacchi a stiletto, da riservare per le occasioni speciali.
Queste regole valgono anche in tutte quelle occasioni in cui è importante fare una bella impressione in poco tempo, e quindi in tutti i primi incontri con un cliente o con un potenziale partner.
I ritmi lavorativi sono forsennati e la prima impressione rimane come uno stampo indelebile di sè e della propria azienda. Saperlo ed esserne consci è un’arma vincente.