Un lavoratore in Italia produce 32 euro di PIL per ogni ora lavorata, al di sotto della media dell’Eurozona e appena sopra la media UE a 27: la produttività in Francia e Germania è maggiore rispetto ai livelli italiani, mentre è inferiore in Spagna, Grecia e Portogallo. In generale, il PIL prodotto per ora lavorata è aumentato nella maggioranza dei paesi europei, mentre in Italia la situazione è peggiorata. La classifica, su dati Censis, è disponibile tra gli atti del convegno a cura della Fondazione Ergo-Mtm, ossia la XIV Conferenza Annuale sulla Produttività e l’Organizzazione del Lavoro: “Misurare, Cambiare, Migliorare – Come fare emergere il potenziale esplosivo della PMI italiana”.
Produttività e PIL
Sul podio della produttività del lavoro, in base ai dati riferiti al 2012, ci sono Lussemburgo (58,2 euro per ora lavorata), Danimarca (52,7 euro), e Irlanda (50,4 euro). La top ten prosegue con Belgio, Paesi, Francia, Svezia e Germania (tutte sopra i 40 euro), Finlandia e Austria a quota 39 euro. Come si vede, i 32 euro italiani sono parecchio distanziati.La media della produttività per ora lavorata fra i partner della moneta unica è pari a 36,7 euro (dato riferito al 2010), mentre fra i 27 Stati UE (e qui torniamo al 2012) è a quota 32,2 in linea con la media italiana (32,1). Subito dietro la Spagna, 31,5, mentre poco sopra i 21 euro ci sono Cipro e Slovenia, la Grecia è a 20,3, gli altri paesi sono sotto i 20 euro per ora lavorata.
Mercati emergenti
E’ interessante esaminare l’evoluzione del dato in questi anni di crisi: la variazione 2007-2012, prendendo un indice pari a 100, fotografa l’emergere delle economie dell’Est europeo: Lettonia, 129,9, Lituania, 118,4, Polonia, 118,2. Seguono Irlanda, Bulgaria, Spagna, Romania, Repubblica Slovacca, Estonia e Slovenia. La media europea è a 102,9. L’Italia è sotto quota 100, per la precisione a 98,5, ed è fra i fanalini di coda davanti solo a Finlandia, Regno Unito, Grecia, Malta e Lussemburgo.