La fuga dei talenti italiani perdura nonostante le iniziative a contrasto: trascurati da aziende e istituzioni, queste figure potrebbero restare se trovassero ambienti di lavoro rispondenti alle proprie aspettative. Negli migliori ambienti di lavoro non contano tanto benefit, programmi e politiche per i dipendenti quanto le relazioni di qualità basate su fiducia, orgoglio e cameratismo, in grado di migliorare le performance dell’organizzazione aziendale. Sono le considerazioni alla base della vision di “Great Place to Work” e della sua attività: negli anni questi principi hanno dimostrato che ogni azienda può diventare un’ottima sede di lavoro.
=> Premi, benefit e detassazioni: Guida fiscale al Welfare
Come si valuta un ambiente di lavoro?
La metodologia è oggettiva e stabilisce uno standard globale per definire gli ambienti di lavoro eccellenti. La classifica rappresenta dunque una vetrina e un riconoscimento. Per ogni paese del mondo, ogni anno si stilano due liste, dedicate rispettivamente a grandi imprese e PMI (il confine è la soglia dei 500 addetti), con una graduatoria a parte per le aziende che meglio adottano politiche di sostenibilità e di clima organizzativo.
Il voto per ogni azienda è attribuito per 2/3 in base ai questionari di soddisfazione dei lavoratori e per 1/3 in base all’analisi delle pratiche di gestione HR descritte dalle aziende. Il modello evidenzia tre fattori chiave per un ambiente di lavoro eccellente: fiducia reciproca con il management aziendale, orgoglio verso il lavoro svolto e l’azienda, qualità dei rapporti con i colleghi. Il tutto in cinque dimensioni: Credibilità, Rispetto, Equità, Orgoglio e Cameratismo.
Chi volesse candidare la propria realtà deve inviare domanda di partecipazione iscrivendosi sul sito, mentre per le aziende interessate a collaborare con l’Istituto per migliorare il proprio ambiente di lavoro e concorrere al ranking nazionale possono chiedere un contatto compilando il form online.
Per approfondimenti: Great Place to work.