La crisi finanziaria sta portando nel 2010 al fallimento e quindi alla chiusura di un gran numero di imprese: le preoccupazioni circa una possibile rinascita economica crescono, nonostante le voci ottimistiche delle ultime settimane.
A gettare benzina sul fuoco anche i dati Cerved sulle imprese che hanno chiuso i battenti.
Nel primo trimestre 2010 sono state oltre 2.800, con un incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente pari al 27%. A chiudere sono soprattutto industrie (+41%) e aziende operanti nel settore dell’Auto (+118%).
Il tasso fallimentare ogni 10mila imprese vessate dalla mancanza di credito e dalla riduzione della domanda, è del 4,9% sull’intero territorio, mentre la regione più colpita sembra essere la Lombardia con una media del 6,9%. A subire una flessione significativa sono anche altre regioni del Nord, come il Veneto che registra un incremento dei fallimenti del 62%, e il Piemonte che raggiunge il 61%.
L’analisi dei dati può essere ancora peggiore se considerate le aziende che non hanno fallito, ma che hanno usufruito dell’ancora di salvezza resa disponibile dal cosiddetto concordato preventivo, uno strumento che consente agli imprenditori di cancellare i passivi dell’azienda attraverso il pagamento di una parte dei debiti e la proposizione di un piano di ristrutturazione. Nello specifico, l’incremento nell’utilizzo del concordato è stato del 37% rispetto al 2009, per un totale di 286 aziende.