Le Partite IVA possono tirare un sospiro di sollievo (forse): dal primo gennaio non scatterà il previsto aumento dell’aliquota contributiva dal 27 al 28%. Lo stop all’incremento dell’accantonamento previdenziale da versare alla gestione separata è previsto in un emendamento alla Legge di Stabilità presentato dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. Sul blocco all’aumento dei contributi delle Partite IVA sembra esserci un accordo fra le forze di maggioranza ma il condizionale è d’obbligo: per avere certezze bisogna aspettare la presentazione degli emendamenti, la loro discussione in Parlamento e gli sviluppi della Legge di Stabilità: l’ipotesi al momento più probabile è il congelamento per il 2014 (con aliquota ancora al 27%) e apertura di un confronto che affronti il tema da tutte le angolature.
Previdenza per Partite IVA
Un altro emendamento in questo senso è comunque arrivato dalla senatrice Pd Rita Ghedini e sul tema si registrano aperture dai presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, rispettivamente Cesare Damiano (Pd) e Maurizio Sacconi (Pdl).Damiano ritiene opportuno prendersi un altro anno di tempo (il 2014) per «aprire un tavolo di confronto e affrontare in modo organico il tema della contribuzione e delle tutele della Partite IVA», mentre Sacconi esprime «disponibilità a ragionare» sulla questione, pensando sia al congelamento di un anno dell’aliquota sia a meccanismi per ripartire l’onere della contribuzione, senza però dimenticare che «con il sistema contributivo, il rallentamento della crescita della contribuzione si traduce in una pensione più bassa».
Aliquote contributive
L’aumento delle aliquote dal 27 al 28% era previsto dalla legge 92/2012 (Riforma del Lavoro Fornero), che prevede un graduale allineamento con le aliquote del lavoro dipendente, fino ad arrivare al 33% nel 2018. Il primo incremento doveva scattare nel 2013 ma è stato congelato e ora anche per il 2014 si va nella stessa direzione. Sul tema le parti sociali esprimono posizioni diversificate: Acta (consulenti terziario avanzato), Consulta del lavoro professionale Cgil, Colap (coordinamento libere associazioni professionali), Confassociazioni, Agenquadri e Alta Partecipazione aderiscono alla campagna “dica no 33”, mentre Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp sono più favorevole a una ripartizione contributiva ma senza congelare le aliquote, per salvaguardare il livello delle future pensioni.