Gli odierni ritmi di lavoro contribuiscono all’incremento dello stress lavoro correlato, sempre più connesso alla velocità e capacità operativa offerta dagli strumenti digitali. Le nuove malattie professionali sono dunque legate a stili di lavoro improntati al sempre e ovunque e a device che dettano tempi e scandiscono attività, liberando risorse…da dedicare ad altro lavoro. A complicare la situazione, la passione italiana per i terminali e le applicazioni mobili, che accompagnano il lavoratore dentro e fuori ufficio. Senza demonizzare la tecnologia, è importante prendere coscienza dei rischi per prevenirli in azienda e disintossicarsi ricostruendo il giusto equilibrio psico-fisico-digitale.
Tecno-stress
Patologia scaturita dall’uso eccessivo e simultaneo d’informazioni veicolate dai videoschermi, il tecno-stress è annoverato tra le nuove malattie professionali secondo la sentenza Guariniello del 2007 (e nell’obbligo di valutazione dei rischi ai sensi del T.U 81/2008 e D.lgs 106/2009). Sotto questo termine rientrano varie dipendenze: videodipendenza, internet addiction disorder, social network mania, information overload, multitasking, cybersex addiction, email addiction.Coniata fa dallo psicologo Graig Broad, si manifesta con numerosi sintomi: mal di testa, ipertensione, ansia, attacchi di panico, calo della concentrazione, disturbi gastrointestinali e cardiocircolatori, depressione, calo del desiderio fino ad alterazioni comportamentali e isolamento relazionale. Da sempre accostato ai manager, è oggi diffuso anche tra lavoratori ICT ed altre categorie a rischio come operatori di call center, commercialisti, networkers, giornalisti, pubblicitari e analisti finanziari. Ricordiamo che la formazione per la prevenzione dello stress (art. 37, T.U. 81/208) e la valutazione dello stress lavoro correlato sono obbligatorie per le aziende italiane, che diversamente incorrono nella violazione del comma 1, articolo 29 del Testo Unico 81/2008.
Nomofobia
E’ la paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia mobile. Dalla semplice ansia (es.: esaurimento batteria o credito, mancanza di copertura, cellulare dimenticato) si arriva all’attacco di panico: mancanza di respiro, vertigini, tremori, sudorazione, battito cardiaco accelerato, dolore toracico e nausea. I nomofobici si riconoscono subito: credito ben oltre il necessario, carica-batterie come portachiavi, più SIM sempre dietro…
Depressione
Lo stress da lavoro è spesso associato a nuove forme di depressione, legate a stati mentali come la terribilite o la necessite: stando alla teoria dello psicologo Rafael Santandreu (“L’arte di non amareggiarsi la vita – Le chiavi del cambiamento psicologico attraverso la Terapia Cognitiva”, ed. Vallardi), la prima scatta quando si percepisce ogni problema come insopportabile, la seconda quando si sente il bisogno di soddisfare infinite necessità per sentirsi felici: essere belli, in forma, ricchi, amati… insomma perfetti. Si tende a drammatizzare gli eventi quotidiani e porsi obiettivi irrealistici, legando la propria soddisfazione a fattori in realtà non indispensabili.
Come rimediare
Restando ferma la considerazione che lo stress management è oggi un dovere dell’azienda, riportare il lavoratore/persona ad un equilibrio sano tra vita privata e professionale richiede tecniche di psicoterapia e gestione oculata degli strumenti professionali. Cambiare la propria forma mentis richiede concentrazione e volontà di rivedere le proprie priorità. Stabilire dei weekend zero digitale o giornate senza connessione digitale può aiutare a prendere le giuste distanze. E poi ancora: meditazione, yoga o un bagno caldo per rilassarsi, attività fisica per ossigenare il cervello, incontri di gruppo per riabituarsi alla socializzazione. In ufficio, poi, dotarsi poi di piante che purificano l’aria: l’edera assorbe in benzene, il filodendro assorbe la formaldeide, le piante grasse generano ioni negativi che abbattono polveri sottili e pollini!