Salario minimo per il sostegno al reddito: la proposta Giovannini

di Noemi Ricci

Pubblicato 20 Settembre 2013
Aggiornato 12 Giugno 2018 09:48

SIA, Sostegno per l'Inclusione Attiva: è la misura nazionale di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale proposta dal ministro del Welfare Enrico Giovannini.

Il ministro del Welfare Enrico Giovannini con il gruppo di studio creato dal Ministero del Lavoro lanciano la loro proposta per il sostegno al reddito dei lavoratori italiani: dare il via ad un istituto nazionale per la lotta alla povertà, il Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA).

SIA

Si tratta di uno strumento che manca in Italia ma è già presente negli altri Paesi Europei e che andrebbe a colmare la lacuna esistente nel nostro sistema di protezione sociale italiano a sostegno di tutte le persone in difficoltà economica, purché si risieda stabilmente sul territorio nazionale da almeno due anni. In più l’accesso al SIA sarà condizionato ad una «prova dei mezzi effettuata secondo criteri articolati e omogenei a livello nazionale», quindi verrà concesso a patto di rientrare in determinate soglie patrimoniali che fanno riferimento alla componente ISEE (per la quale sembra imminente una riforma), il controllo dei criteri di ammissibilità verrà affidato all’INPS.=>Leggi di più sugli ammortizzatori sociali

Patto di inserimento

Il ministro precisa però che non si tratta di «un reddito di cittadinanza universale incondizionato», bensì di «un programma di inserimento sociale e lavorativo». In pratica il beneficiario per fruire del sussidio deve stipulare un patto di inserimento con i servizi sociali locali, da rispettare pena l’annullamento del sussidio. L’obiettivo del Sostegno per l’Inclusione Attiva, si legge nella nota del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali «è quello di permettere a tutti l’acquisto di un paniere di beni e servizi ritenuto decoroso sulla base degli stili di vita prevalenti. Il sostegno economico non è però incondizionato. Il beneficiario s’impegna a perseguire concreti obiettivi di inclusione sociale e lavorativa. Si tratta innanzitutto di consentire, e richiedere ai beneficiari, quei comportamenti che ci si aspetta da ogni buon cittadino. È comunque un patto di reciproca responsabilità tra il beneficiario e l’amministrazione pubblica, che si impegna a offrire adeguati servizi di accesso e di sostegno». Si tratta di una misura «che ci chiede l’Europa. Nel 2008 la Commissione Europea ha emanato una Raccomandazione a tutti i Paesi per l’adozione di una strategia d’inclusione attiva», prosegue il Ministero. Il sussidio, che potrà essere erogato sotto forma di carta di debito, sarà pari alla differenza tra la misura delle risorse economiche familiari e il livello di riferimento per la soglia di povertà stabilito per legge.

Costo SIA

Il Ministero stima che in totale il costo a regime del SIA potrà essere di 7-8 miliardi di euro, ma è necessaria «una specificazione dettagliata di tutti i suoi aspetti e tempi più lunghi di quelli di elaborazione del documento». In ogni caso il suo costo è destinato a decrescere con la ripresa economica, quando sarà ipotizzabile un calo dei livelli di povertà, e con la razionalizzazione delle misure di sostegno alla famiglia, con «l’introduzione dell’assegno unico per i figli in sostituzione delle detrazioni per familiari a carico e dell’assegno al nucleo familiare superando il problema dell’incapienza che caratterizza i programmi vigenti», spiega Giovannini.

Risorse SIA

Parte delle risorse per finanziare il SIA (2-3 miliardi di euro) potranno essere reperite per mezzo di una riforma delle attuali forme di contrasto della povertà. Le rimanenti risorse (4 miliardi di euro) potrebbero arrivare con il riordino delle pensioni di guerra indirette, da un contributo di solidarietà dalle pensioni elevate, dal riordino delle agevolazioni fiscali, dalle maggiori imposizioni su concorsi a premio, lotto, lotterie che hanno una potenzialità di finanziamento di almeno 4 miliardi.

Per maggiori informazioni consulta il Comunicato del Ministero