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Pensioni: rivalutazioni al via dal 2014

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 18 Settembre 2013
Aggiornato 19 Settembre 2013 12:26

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Pensioni, dal 2014 ripartiranno le rivalutazioni degli assegni pari a sei volte il minimo: le promesse del ministro Giovannini.

Ripartirà dal 2014 l’indicizzazione delle pensioni con importi superiori a tre volte il minimo: dal prossimo anno il tetto di adeguamento passerà a sei volte il minimo (quasi 3 mila euro, contro gli attuali 1500). Il blocco delle indicizzazioni per queste pensioni era stato introdotto dal governo Monti per il biennio 2012-2013 con la Legge di Stabilità 2012 e ora l’attuale ministro del Welfare, Enrico Giovannini, assicura che non verrà prorogato per il prossimo anno. La perequazione automatica ha l’obiettivo di allineare l’importo degli assegni previdenziali al costo della vita, rivalutandoli in seguito all’inflazione. Ad essere indicizzate di nuovo a partire dal 2014 saranno le pensioni fino a sei volte il minimo, pari a 2.886 euro lordi al mese. In realtà già la Legge di Stabilità 2012 aveva previsto che dal 2014 le pensioni tornassero ad essere rivalutate, ma in vista della nuova Legge di Stabilità sembrava prospettarsi una nuova proroga, con l’obiettivo di reperire risorse, ora però Giovannini assicura: «il Parlamento ha previsto che dal 2014 il livello sei volte il minimo è quello sotto il quale non si possa bloccare l’indicizzazione. Io non ho nessuna intenzione di intervenire sotto quei livelli e non useremo il blocco dell’indicizzazione per fare cassa. Non l’ho mai pensato neppure lontanamente». Si tratta di circa 600 mila pensionati, che percepiscono nell’insieme 34 miliardi di euro, su un totale di 23,4 milioni di assegni per oltre 270 miliardi di euro. Per le pensioni superiori ai 2.886 euro lordi, invece, il blocco potrebbe arrivare anche nel 2014 seppur con scopi diversi: si tratterebbe di una misura finalizzata a garantire l’equità sociale e non risorse per lo Stato. La via più probabile sembra quella di applicare il blocco dell’indicizzazione solo alla parte eccedente 6 volte il minimo. Le dichiarazioni del ministro Giovannini hanno trovato il favore del presidente della commissione Lavoro di Montecitorio, Cesare Damiano: «difendere il potere d’acquisto dei pensionati e correggere la riforma previdenziale è una delle priorità del PD». => Vai allo Speciale Pensioni