L’incontro di ieri tra il ministro della Giustizia, Angelino Alfano e i presidenti degli Ordini delle 25 professioni regolamentate – commercialisti, avvocati, medici, consulenti del lavoro, ingegneri, architetti, ecc. – ha segnato il giorno della svolta per gli ordini professionali: porterà infatti alla definizione di nuove regole, operative entro il 2013.
All’ordine del giorno, lo Statuto delle Professioni nei suoi principi generali, come previsto dalla road-map stabilita da Ministero e rappresentanti di categoria.
In una seconda fase, si passerà ad esaminare il riordino per ogni categoria, al termine del quale si potrà davvero parlare di Riforma delle professioni.
Un processo previsto entro fine legislatura e volta a snellire gli ordinamenti professionali e distinguere tra chi è professionista (ossia chi lo diventa sostenendo un esame di Stato abilitante per l’iscrizione ad un albo) e chi svolge una professione intellettuale come lavoratore autonomo.
In più ci si propone di stabilire un obbligo di formazione continua e di costituire una società tra professionisti su un modello studiato ad hoc.
Un ruolo di primo piano è rivestito dalla questione del reinserimento delle tariffe minime, ovvero gli onorari praticati dai professionisti, al di sotto dei quali non si potrebbe scendere.
Il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, tuttavia, è contrario alla loro reintroduzione ritenendo che costituiscano «un labirinto dove solo i professionisti sanno orientarsi» e auspicando quindi l’immediata ripresa del processo delle liberalizzazioni.
Divergenti le opinioni dei rappresentanti delle diverse categorie: dal presidente degli ingegneri Giovanni Rolando, che denuncia la situazione di molti professionisti che lavorano sottocosto, al presidente degli architetti Massimo Gallione, e il presidente dei geometri Fausto Savoldi, che chiedono tariffe minime solo per i lavori pubblici.
D’accordo con il ripristino dei minimi tabellari è invece l’ordine degli avvocati che sottolineata la necessità di procedere alla massima semplificazione. Favorevoli, anche se senza troppi slanci, i dottori commercialisti e gli esperti contabili, che ritengono che serva anche la garanzia dei massimi.
I commercialisti dicono inoltre “no” al numero chiuso per l’accesso. In generale si parla della possibilità di effettuare del tirocinio o del praticantato, prima della fine del percorso di studi per introdurre i i giovani alla professione.