La prossima rivoluzione annunciata da Apple dopo l’uscita dell’iPad, si chiama iAd, la piattaforma per la pubblicità mobile con la quale la casa di Cupertino mira a dar battaglia al colosso del Serch Advertising Google e al suo AdMob. Interessanti, anche le implicazioni in ambito Marketing ma, secondo gli analisti, con dei limiti oggettivi.
Per prima cosa, non prevede la creazione di una metrica standard per la pubblicità mobile, lacuna generale che frena gli investimenti.
Né offrirà un contributo significativo al Web Mobile navigazione da cellulare, per il quale due anni fa si prevedeva una crescita molto maggiore rispetto a quella che poi si è verificata: 2,8 miliardi dollari previsti contro i 416 milioni reali.
Inoltre, non darà realmente filo da torcere alle piattaforme esistenti, che contano migliaia di sviluppatori già al lavoro per per creare applicazioni per iPhone.
Non ridurrà i costi degli annunci mobili. Al contrario, secondo gli esperti, continuerà ad esistere una sostanziale differenza tra Google – che rende molto facile creare un annuncio pubblicitario, mediante due semplici righe di testo e un’icona – e un annuncio su iAd di Apple che richiede la creazione di una applicazione completa da mostrare dentro le apps.
Infine, non renderà più semplici le regole per lavorare con Apple e le sue applicazioni: la società è infatti conosciuta per i lunghi tempi legati al processo di approvazione delle applicazioni e per la tendenza a modificare le norme in materia di sviluppatori.