Le Medie imprese denunciano forti difficoltà nell’accesso ai capitali, lamentando una carenza cronica di risorse da destinare a innovazione e sviluppo.
Numerosi studi internazionali hanno evidenziato la situazione tutt’altro che rosea in cui versa l’Italia quando si parla di innovazione, e l’ultima ricerca di La Compagnia Finanziaria ha cercato di individuarne le cause.
Tastando il polso alle medie imprese italiane, è emerso un quadro clinico preoccupante: 1 su 3 dichiara di non avere capitali sufficienti. Il motivo è da imputarsi alle difficoltà che le aziende devono affrontare nell’accesso al credito. Una situazione critica che blocca lo sviluppo delle realtà imprenditoriali e che non mostra segni di miglioramento. Anzi.
Solo il 28% del campione ha segnalato miglioramenti, a fronte di una media europea del 33%. Secondo il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini, il peggioramento della situazione è dovuto anzitutto alla burocrazia, un muro difficile da oltrepassare che cresce di anno in anno.
È lo stesso presidente a indicare le possibili soluzioni, che appaiono tuttavia piuttosto limitate: «valorizzare i confidi, i consorzi che garantiscono per i prestiti alle imprese, unica alternativa all’usura». Un’altra via percorribile potrebbe essere quella del private equity, che si sta diffondendo sempre di più nel panorama italiano.
Urge dunque un cambiamento deciso e repentino, poiché le imprese italiane non possono permettersi di accumulare ulteriore ritardo nei confronti delle altre realtà europee. La ricerca evidenzia infatti una correlazione diretta tra facilità di accesso al credito e sviluppo tecnologico.
Confrontando i risultati ottenuti da La Compagnia Finanziaria con la recente classifica del World Economic Forum, è evidente come i Paesi in cui è più facile ottenere i finanziamenti siano quelli a più alto tasso d’innovazione. Le imprese scandinave, che guidano la classifica, esultano per la facilità di accesso al credito (75% in Danimarca e addirittura 95% in Finlandia), e in generale la media europea si attesta su un 46% di aziende soddisfatte.