Per le imprese deducibilità IMU da Irpef, Ires e forse anche Irap, per i privati detrazione in base al reddito o al valore degli immobili: sono le proposte contenute nel documento redatto dal Ministero dell’Economia, completo di analisi e dati per misurare costi e benefici di ciascuna soluzione (approfondisci le ipotesi di riforma IMU), a partire da quelle ipotizzate dal decreto Dl 54/2013 di sospensione della rata di giugno, che prevede di inserire nella Riforma IMU di agosto forme di deducibilità per immobili ad uso produttivo delle imprese: secondo le analisi del Tesoro, potrebbe portare a risparmi per le aziende di 1,5 miliardi l’anno.
IMU imprese
L’ipotesi a margine del Dl 54/2013 prevede una deduzione dell’IMU da Irpef e Ires. In base ai calcoli del Tesoro su UNICO 2012 e versamenti in F24, l’IMU sugli immobili del gruppo D potenzialmente deducibile ammmonta a circa 7 miliardi di euro, da cui sottrarre 2,4 miliardi delle 224mila imprese incapienti (che non producendo utili non potrebbero beneficiare della deduzione): restano 4,6 miliardi, che provocano un minore gettito (e quindi un analogo risparmio fiscale per le imprese) di 1,25 miliardi, di cui 980 mln per le società di capitali, 267 mln per società di persone, 6 mln per enti non commerciali. Estendendo la deducibilità anche all’Irap, si produrre un ulteriore risparmio per le imprese di 300 milioni (leggi le deduzioni IMU per imprese). Si esplora anche la possibilità di superare la norma nella Legge di Stabilità 2013 per cui il gettito degli immobili ad uso produttivo del gruppo D va all’Erario: si pensa a dare anche questo ai Comuni, che avrebbero maggiri margini decisionali sulle aliquote. Ma bisogna trovare le coperture (visto che per l’Erario viene meno un’entrata), magari con l’eliminazione dell’addizionale comunale Irpef o rimodulazioni delle aliquote Irpef.
IMU prima casa
Situazione complessa, con diverse ipotesi in campo: l’eliminazione totale dell’IMU sulla prima casa avvantaggerebbe di più i redditi alti (il ministero calcola un beneficio di 629 euro per quelli sopra i 120mila euro, contro i 187 di chi ne guadagna meno di 10mila): il risparmio medio sarebbe di 227 euro a contribuente ma, pur escludendo dal beneficio le abitazioni di lusso (categorie catastali A1, A8, A9), si produrebbe un effetto distributivo non equo. In alternativa si pensa anche ad un’innalzamento della franchigia, da 200 euro più 50 per ogni figlio a 300-500 euro. Ancora in piedi anche l’ipotesi Service tax: (imposta comunale unica, che unisca IMU e TARES, applicata anche agli inquilini). E poi il credito d’imposta (meccanismo simile a quello per le aziende, per cui si recupera parte dell’IMU versata come detrazione Irpef.Infine, ecco le altre ipotesi allo studio per quando rigurda l’applicazione della detrazione: in base alla rendita catastale o al valore di mercato (da ricollegarsi all’attesa riforma del Catasto (leggi di più); in base al reddito (fino a 55mila euro); in base all’ISEE (situazione economica equivalente, parametrata alla tipologia di nucleo familiare) fino a un massimo di 600 euro.
Iter della riforma
Tutto questo è materia di approfondimento e dibattito fra le forze di maggioranza. Come è noto, bisogna approvare una riforma entro fine agosto, altrimenti la prima rata sospesa a giugno va pagata entro il 16 settembre. Il governo sta studiano due possibilità: arrivare alla Riforma entro agosto (con accordo di maggioranza in tempi brevi e bozza entro Ferragosto) o prevedere due tappe, con un decreto entro fine agosto che cancelli definitivamente l’acconto 2013 (quello sospeso in giugno) identificando le relative coperture e poi una riforma in autunno alla luce della Legge di Stabilità 2014 (=>vai allo speciale IMU).