Nel Decreto Fare spunta un nuovo obbligo per le PMI: il Documento Unico di Regolarità Tributaria (DURT), variante fiscale del ben noto DURC: lo prevede un emendamento approvato in commissione alla Camera all‘articolo 50 del Dl 69/2013 e relativo alla responsabilità fiscale negli appalti.
Il DURT attesta «l’inesistenza di debiti tributari per imposte, sanzioni o interessi, scaduti e non estinti dal subappaltatore alla data di pagamento del corrispettivo o di parti di esso».
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- L’impresa subappaltatrice dovrà presentare il DURT all’Agenzia delle Entrate (mentre ora basta un’autodichiarazione o asseverazione).
- L’impresa appaltatrice viene così esentata dalla reponsabilità solidale nell’appalto perchè soispende il pagamennto finché non vinee acquisito il DURT.
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Sarà l’Agenzia delle Entrate a dover adottare, entro 4 mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione, le modalità organizzative e attuative per il rilascio del DURT.
Nei confronti di questa novità è molto critica la posizione delle PMI di Rete Imprese Italia, secondo cui «con un procedimento paradossale si chiede alle imprese di comunicare periodicamente all’Agenzia delle Entrate i dati delle buste paga al fine di consentire alla stessa Agenzia di accertare che le imprese sono in regola con il Fisco».
In un momento in cui «le imprese chiedono semplificazione burocratica come il pane, e in quasi tutti gli Stati europei si stanno tagliando tempi e costi della burocrazia, nel nostro Paese avviene l’esatto contrario».
«Non solo. Dopo che le imprese hanno inequivocabilmente dimostrato come l’istituto della responsabilità solidale negli appalti non funzioni lo si è ingarbugliato ancora di più». Insomma, si «rischia di dare il colpo di grazia a molte imprese già messe a dura prova da una crisi che sembra non avere fine».