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Lavoro effetto Riforma: meno collaborazioni più contratti a termine

di Barbara Weisz

Pubblicato 17 Luglio 2013
Aggiornato 21 Ottobre 2013 11:29

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Il mercato del lavoro accusa la crisi in termini di calo delle assunzioni, aumento dei licenziamenti e riduzione dei contratti di collaborazione: il rapporto annuale comunicazioni obbligatorie.

Diminuiscono i rapporti di lavoro attivati (– assunzioni) , crescono le cessazioni (+ licenziamenti) e per effetto della Riforma Fornero crollano i contratti parasubordinati (– collaborazioni): sono le principali evidenze del Rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie, che fotografa il mondo del lavoro in Italia.

=>Approfondisci gli effetti della Riforma del Lavoro

Assunzioni e cessazioni

La costante diminuzione delle assunzioni partita dalla seconda metà del 2011, quando è scoppiata la crisi del debito sovrano, è proseguita per l’intero 2012: l’ultimo trimestre, con 2,3 milioni di rapporti di lavoro attivati, ha segnato il valore più basso. La media 2012 per ogni trimestre è stata pari a 2 milioni e 560 mila assunzioni, in calo di 51 mila rispetto al 2011, -2%. Siamo a livelli abbastanza vicina ai 2 milioni e 549 mila attivazioni segnate nel 2010, l’anno peggiore dell’ultimo triennio.

Anche considerando i lavoratori (e non i contratti) interessati da una o più attivazioni, i dati sono negativi: media trimestrale 2012 pari a 1 milione e 918 mila unità, il 3,1% in meno rispetto alle 62mila del 2011.

Quanto ai rapporti di lavoro cessati, nel quarto trimestre (ottobre-dicembre) sono stati 3,2 milioni, sostanzialmente stabili rispetto allo stesso trimestre del 2011 (anzi, c’è una lieve diminuzione dello 0,5%). La media trimestrale nel 2012 per le cessazioni è invece stata pari a 2 milioni 594 mila, 20 mila in più rispetto alla media trimestrale del 2011 (0,8%)

Considerando il dato in relazione ai lavoratori (e non ai rapporti di lavoro), si registra nel quarto trimestre una flessione dell’1,1%, a 2 milioni 464 mila dalle 27 mila unità dello stesso periodo 2011, mentre la media trimestrale dell’intero anno vede una sostanziale stabilità rispetto al 2011, +0,1%.

=> Approfondisci il licenziamento dopo al Riforma del Lavoro

I contratti

La crescita dei contratti parasubordinati che si registrava a partire dal 2010, ha subito nel 2012 un’inversione di tendenza, a vantaggio dei contratti a termine: si tratta degli effetti della riforma del Lavoro, entrata in vigore nell’estate 2012, che ha introdotto paletti per collaborazioni a progetto e partite Iva.

Non a caso, la contrazione delle attivazioni di contratti parasubordinati si verifica proprio nella seconda metà del 2012, quando le attivazioni di queste tipologie contrattuali sono state 162mila, che significa il 20% in meno rispetto ai 212mila contratti degli ultimi due trimestri del 2011. Ancora più ingente il calo dei contratti flessibili diversi dalle collaborazioni  (per lo più, si tratta del lavoro intermittente), pari al 30% nella seconda parte del 2012.

Questa dinamica va a incrementare il numero delle assunzioni a tempo determinato, al 66,7% nel quarto trimestre 2012 dal 62,36% dell’analogo periodo 2011, con il balzo avvenuto fra il secondo (62,6) e il terzo trimestre (67,1).

Lieve incremento anche per il tempo indeterminato al 17,5% dal 17,1% di fine 2011.

Sostanzialmente stabile l’apprendistato, al 2,5%, mentre i rapporti di collaborazione sono scesi di quasi due punti, dal 9,2 al 7,3% e le altre tipologie flessibili dall’8,9% al 5,9%.

=> Confronta la riforma del Lavoro con il Dl Lavoro del governo Letta

I settori di attività

A soffrire particolarmente è l’industria, che perde l’11,7% dei contratti. Molto più contenuto il calo dei servizi, pari allo 0,6%, ma solo grazie alla crescita introno al 7% dei contratti del settore alberghi e risotranti. Per il resto: commercio-3,7%, trasporti, comunicazioni, attività finanziarie e altri servizi alle imprese -4,8%, altri servizi pubblici, sociali e personali, -3,1%, P.A., istruzione e sanità -2,8%.

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 sulle Comunicazioni Obbligatorie 2013