Secondo Nielsen//NetRatings gli Italiani sono ormai pienamente convertiti al Web 2.0.
In quello che è il primo studio quantitativo italiano in questo ambito, la società di ricerca ha analizzato l’uso casalingo e lavorativo del Web 2.0 intendendo, con questo termine «l’ambiente in cui si sono sviluppati dei siti e delle applicazioni web, che mettono il controllo del contenuto, sia generato direttamente dall’utente che no, nelle mani del consumatore».
User-Generated Content, dunque, e tutti gli strumenti di social network che si stanno affermando anche in ambito aziendale come formidabili mezzi per gestire la conoscenza e migliorare la collaborazione dei dipendenti.
Se le imprese stanno solo ora familiarizzando con il nuovo modo di intendere internet, i navigatori italiani dimostrano già una spiccata propensione per blog e affini. Lo scorso Gennaio, infatti, il 56% di essi ha visitato almeno una volta un sito 2.0.
Le esigenze di socialità sono prevedibilmente le più forti, se è vero che al primo posto Nielsen individua le Communities, che con 8 milioni di utenti sono la categoria più visitata.
A seguire i Giants, ovvero i colossi del fenomeno: MySpace, YouTube e Wikipedia che segnano il maggior tasso di crescita. I blog devono invece accontentarsi della medaglia di bronzo.
In vertiginosa ascesa anche i mondi virtuali, come quello di Second Life, nei quali gli utenti passano sempre più tempo: in media oltre 40 minuti al mese.
Nel campione analizzato, Nielsen individua un nocciolo duro di 5 milioni di utenti maggiormente socializzati al Web 2.0. I nuovi navigatori usano la rete per informarsi e partecipano attivamente al processo pubblicando online i propri contenuti.
Un dato particolarmente interessante è il loro rapporto con la pubblicità. Gli heavy user trascorrono un terzo del loro tempo su siti contenenti advertising ma ci restano solo 45 secondi, a fronte di una media di 1 minuto e 10, risultando quindi più difficili da trattenere.