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Start-up green: elettricità dai dossi stradali

di Noemi Ricci

Pubblicato 28 Giugno 2013
Aggiornato 13 Ottobre 2013 11:11

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Dossi stradali che accumulano energia trasformandola in corrente elettrica alternata: il progetto Powerbumps Lybra di una start-up italiana è divenuto realtà nei parcheggi Auchan.

Anche le strade cittadine possono produrre energia, sfruttando il traffico delle auto.
È quello che riesce a fare il sistema Powerbumps-Lybra, lo speciale dosso stradale che incamera l’energia cinetica dalle auto che vi passano sopra per mezzo di una dinamo e la trasforma in corrente elettrica alternata.

Il duplice vantaggio è che l’energia è già pronta per essere utilizzata, restituendo all’ambiente quella che andrebbe sprecata.

«Oggi tutti puntano sulle fonti naturali, ma poi l’energia va portata in città per essere utilizzata. Noi abbiamo pensato all’energia che la città stessa produce», spiega Andrea Pirisi, l’ingegnere elettrico di 34 anni che insieme a Massimiliano Nosenzo e Andrea Corneo ha ideato Lybra e fondato la start-up italiana Underground Power.

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Dopo essere stato premiato in diverse occasioni, questo progetto innovativo ha trovato finalmente applicazione grazie ad Auchan, che si è posto l’obiettivo di aumentare la sostenibilità ambientale dei centri commerciali. La prima installazione di Lybra è avvenuta all’interno del parcheggio del centro commerciale Auchan di Rescaldina, nel in provincia di Milano.

Con un passaggio medio di 8.500 auto al giorno, verranno prodotte 100 mila chilowattora/anno, ovvero la stessa quantità di energia che è in grado di produrre un impianto fotovoltaico da 80 kW, o 19 tonnellate di petrolio.

«Se l’impianto funzionerà, e siamo certi che lo farà, pensiamo di installarlo anche nelle altre nostre sedi», rende noto Edoardo Favro, amministratore delegato di Gallerie commerciali Italia.

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Il costo dell’impianto realizzato da Auchan è stato di circa 100mila euro, con la previsione di ottenre un ritorno dell’investimento in circa sette anni.

«Quando abbiamo cominciato eravamo in tre e la nostra sede era in un garage. Siamo partiti mettendo, tutti insieme, 100mila euro, racconta Pirisi lanciando un messaggio di speranza verso le altre start-up italiane. Poi abbiamo partecipato a tutti i bandi possibili, abbiamo avuto momenti di successo e altri in cui abbiamo ricevuto rifiuti, ma tutto ci è servito per migliorare. Ai giovani dico che non è vero che queste cose si possono realizzare solo all’estero, le possibilità ci sono anche qui in Italia».