La crisi non risparmia il mercato digitale globale (Gdm), a parte gli smartphone che continuano a tirare tutto il resto è in frenata: necessaria una svolta per l’ICT e questa potrebbe arrivare dall’Agenda Digitale (leggi di più). È l’allarme lanciato dall’ultimo Rapporto Assinform sull’Informatica, le Telecomunicazioni e i Contenuti Multimediali, giunto alla sua 44esima edizione.
Il 2012 è stato nero in termini di investimenti delle aziende in tecnologie digitali: in Italia il fatturato del Gdm è stato pari a 68.141 milioni di euro, con un tasso annuo di -1,8%. Le grandi imprese hanno diminuito del -1,7% gli investimenti nelle tecnologie digitali; le medie imprese del -2,1% e le piccole del -3%.
E non va meglio per il primo quadrimestre 2013, quando il mercato digitale ha fatto registrare un calo del fatturato del -7,5%. Secondo le previsioni il 2013 si chiuderà con una flessione del mercato digitale globale pari al -4,2%: -5,8% per l’IT e -6,5% per le TLC.
Neanche il traino di web e smartphone riesce a portare su il mercato digitale, nonostante la crescita del +62%. Per l’Internet delle cose la crescita è stata del +22%, mentre Internet – che rappresenta il 21% del mercato – ha fatto registrare un +7,5% di incremento.
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Si tratta di «performance eccellenti – commenta il presidente di Assinform, Paolo Angelucci – che tuttavia nelle condizioni attuali di arretratezza della PA, di oggettiva difficoltà delle imprese e di mancanza di una strategia sistemica per lo sviluppo dell’innovazione, rimangono fattori isolati, non in grado di diventare, come altrove, volano della ripresa, né di incidere sul ritardo che il nostro Paese sta accumulando con le principali economie».
È assolutamente necessario innescare un «circolo virtuoso della crescita puntando su Agenda Digitale, Economia Digitale e Politica Industriale per il settore dell’Information Technology», puntando «Governance a Palazzo Chigi, bonus Cloud per applicazioni e innovazione dei processi aziendali, fondo per lo sviluppo di prodotti e soluzioni IT, aumento occupazione qualificata prevedendo l’inserimento in azienda di diplomati tramite stage di 12 mesi e passaggio all’apprendistato» conclude Angelucci.