Detassazione del salario di produttività anche per chi lavora negli studi professionali: Confprofessioni (Confederazione italiana libere professioni) e sindacati (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil) hanno siglato l’accordo nazionale che rende operative le disposizioni del DPCM 22 gennaio 2013.
Gli studi professionali potranno applicare l’imposta sostitutiva del 10% sulle componenti accessorie della retribuzione dei propri dipendenti (oltre 1 milione di lavoratori in Italia) legata ad incrementi della produttività, qualità, redditività, innovazione ed efficienza organizzativa, al pari di quanto avviene in altri comparti produttivi come industria, artigianato, PMI, cooperative e così via.
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La detassazione si applicherà su lavoro supplementare, clausole elastiche e flessibili, straordinari, lavoro notturno, festivo e domenicale e altre prestazioni legate all’aumento della produttività negli studi.
Il limite complessivo per l’agevolazione fiscale, per l’anno 2013, è di di 2.500 euro lordi, e può essere fruita da lavoratori con reddito da lavoro dipendente non superiore all’importo di 40.000 euro lordi.
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Soddisfatto il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, il quale ha dichiarato: «in uno scenario economico sempre più incerto, l’accordo quadro nazionale sulla detassazione rappresenta un punto fermo per lo sviluppo degli studi professionali», perché «la rinnovata intesa consente ai professionisti-datori di lavoro di alleggerire il costo del lavoro e incrementare la produttività, l’innovazione e l’efficienza organizzativa negli studi. Al tempo stesso, i dipendenti potranno beneficiare di una tassazione agevolata che si traduce in una maggiore disponibilità economica tesa alla salvaguardia del loro potere di acquisto».