A un giorno di distanza dalla festa della donna, sono ancora sotto i riflettori le risultanze dei principali rapporti internazionali sulle disparità di genere nel mondo del lavoro: i dati OCSE (OECD Earnings Database) e lo Studio WEF (World economic forum) sulla parità uomo-donna nelle imprese e sulle reali opportunità rese disponibili alle quote rosa.
Da quest’ultimo emerge come le aziende non abbiano ancora ben capitalizzato potenzialità e talenti femminili, lasciando quasi sempre agli uomini i ruoli decisionali.
In base ai risultati di un sondaggio interno alle imprese è stato possibile stilare una classifica dei paesi più virtuosi: in media, le quote rosa in azienda sono ancora poche in quasi tutti i paesi, raggiungendo il minimo in India (23%), Giappone (24%) e Turchia(26%).
A seguire, purtroppo, l’Italia (30%), che si piazza ben lontana dal 52% degli Stati Uniti che guidano la classifica. Da noi, il 22% delle imprese registra lo 0% di senior management rosa e addirittura il 50% esclude le donne dai tavoli di direzione generale.
In questo contesto la situazione sembra non migliorare visto che l’86% delle imprese non dispone di un piano per l’inserimento di quote rosa e considerato che il 56% evidenzia una netta differenza di salario con i corrispettivi maschili.
Non solo, In Italia la differenza retributiva tra uomini e donne è del 13,6%, ben al di stto della media OCSE.