Dopo essere stato il Paese più generoso in Europa sul versante degli incentivi agli impianti fotovoltaici, l’Italia si prepara a mettere un freno a tali sussidi con un decreto governativo che comporterà tagli del 20% – già a partire da fine anno – a cui si andranno ad aggiungere ulteriori tagli del 6% nel corso del 2010 e così via, a scalare, negli anni successivi.
Nonostante le proteste levatesi da più fronti e soprattutto tra gli operatori – che lamentano anche le lungaggini amministrative che causano costi troppo elevati da sostenere – il Governo non sembra intenzionato ad arretrare e continua a lavorare sulla bozza del nuovo meccanismo del “Conto Energia“, che dovrebbe sostituire quello in scadenza alla fine del 2010.
La bozza recepisce gli obiettivi dell’Unione Europea, prevedendo che nel 2020 la capacità di energia solare italiana dovrà essere pari ad almeno 8 mila megawatt nominali. Obiettivo alla portata del nostro Paese, vista la sua propizia posizione geografica ma che, secondo gli operatori del settore, potrebbe fallire con i tagli annunciati, che il Governo giustifica in base al progresso tecnologico e al conseguente aumento di efficienza di questa tecnologia.
E dunque, anche se il sottosegretario allo Sviluppo, Stefano Saglia, aveva parlato a suo tempo di un “buon punto di equilibrio raggiunto”, l ‘ ultimo schema governativo ha confermato in pieno i tagli.
Si partirà con incentivi ventennali per 3mila megawatt complessivi dedicati agli impianti in esercizio dall’inizio del 2011 con potenza nominale superiore a un Kw: l’incentivo in questione andrà da 0,401 euro per kilowattora per gli impianti su edifici, fino a 0,358 per gli altri impianti.
In seguito la tariffa incentivata scenderà progressivamente fino a raggiungere negli ultimi quattro mesi del prossimo anno rispettivamente 0,380 e 0,333.
Poi ci sarà una ulteriore decurtazione del 6% l’anno per gli impianti che entreranno in esercizio nel 2012 e nel 2013, mentre i tagli successivi saranno definiti volta per volta con un decreto del ministero dello Sviluppo Economico assieme al ministero dell’Ambiente e alla Conferenza unificata.
Ai pannelli solari integrati architettonicamente, con potenza tra 1 e 5 Mw, spetteranno per 20 anni 0,44 euro a Kwh prodotto, ma l’incentivo verrà distribuito fino ad una potenza complessiva di 200 Mw.
Gli impianti a concentrazione, cioè quelli che sfruttano la nuova tecnologia degli specchi usati per preriscaldare un liquido, fino ad un totale di 150 Mw avranno incentivi pari a 0,32 euro a Kwh che poi anche in questo caso scenderanno.
Gli incentivi andranno richiesti entro 90 giorni dalla messa in funzione dell’impianto e il soggetto attuatore, ovvero il GSE – Gestore dei Servizi Energetici, dovrà erogare la tariffa entro 120 giorni attraverso procedure telematiche da avviare all’inizio del 2011.
Gli incentivi saranno cumulabili con i tassi agevolati previsti dalla Finanziaria 2007 per i finanziamenti degli impianti verdi oltre che con i contributi in conto capitale già previsti.
Si andrà dal 30% del costo degli impianti realizzati su edifici con potenza non superiore a 3 Kw al 10% della spesa per gli impianti piazzati sui tetti degli istituti scolastici, mentre anche per tutti gli altri edifici pubblici o di proprietà di enti pubblici riconosciuti senza scopo di lucro il cumulo non potrà superare il 30%. Ancora il 30% è il contributo previsto per gli impianti a concentrazione.
Numerose a questo punto perplessità e timori sul futuro dell’energia solare in Italia: operatori ed associazioni stanno rilasciando dichiarazioni per esprimere il proprio parere contrario.
Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, sostiene che abbassare i sussidi per il Fotovoltaico potrebbe ostacolare la crescita del mercato: «con il previsto taglio del 20% della tariffa incentivante, dal 2011 non sarebbe più conveniente utilizzare siti con irraggiamenti solari inferiori alle 1250 ore all’anno, perché tale tariffa non renderebbe sostenibile il finanziamento necessario per impianti medio-grandi a terra».
Riguardo al 2012, aggunge poi: «secondo questa bozza di decreto, la tariffa incentivante per questo tipo di impianti fotovoltaici dovrebbe subire un ulteriore taglio dell’8%. A questo punto potrebbero non diventare più remunerativi impianti medio-grandi a terra con un irraggiamento solare inferiore alle 1350 ore all’anno, quindi quegli impianti localizzati nella gran parte d’Italia, a meno che non si verifichi un rapido forte calo dei costi dei pannelli solari che, allo stato attuale, non è prevedibile».
L’opinione sulla nuova bozza del Conto Energia di Assosolare, Associazione Nazionale dell’Industria Fotovoltaica, non è molto diversa: «il taglio agli incentivi frenerà il mercato».
La posizione condivisa da Assosolare con le altre realtà del Fotovoltaico (Aper e GIFI/ANIE, è che «il taglio massimo accettabile dell’incentivo per i grandi impianti può essere del 14% nel 2011, rispetto ai valori del 2010».
Se la situazione fosse quella prevista nella bozza, «investire nel Fotovoltaico sarebbe troppo poco interessante. Il taglio porterebbe il tasso interno di rendimento di un progetto fotovoltaico ad una riduzione del 40% circa rispetto ai valori del 2010. Il TIR sarebbe quindi al di sotto della soglia critica del costo del debito».
A questo poi va aggiunto il fatto che i grossi impianti, in base ad una circolare dell’Agenzia delle Entrate, dovrebbero anche pagare l’ICI.
L’associazione tiene poi a sottolineare che il Governo non ha accolto due richieste fondamentali relative al premio per la sostituzione dell’amianto «che con il vecchio Conto Energia aveva mobilitato aziende su questa nicchia di mercato» e per le serre fotovoltaiche, «la base di un nuovo modello di business per la filiera agricolo-alimentare sempre più ‘energivora’, capace di rilanciare, a medio termine, il settore agricolo, specie nel Meridione Italiano».
La situazione non sembra comunque smuoversi e c’è chi sta cercando di aggirare il problema dei tagli approfittando degli ultimi giorni, per conquistarsi una parte dei circa 300 megawatt di Fotovoltaico ancora incentivabili prima del cambio di regole.