Oltre alle classiche tasse aeroportuali d’ora in poi sui professionisti che viaggiano per affari in aereo e sulle aziende che rimborsano le trasferte dei propri dipendenti ricadranno gli oneri indiretti causati dall’imposizione della nuova IRESA (imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili).
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Si tratta di una nuova tassa “di scopo” che le compagnie aeree devono versare alle Regioni per le emissioni rumorose degli aerei, quindi volta ad incentivare la riduzione dell’inquinamento acustico, che come sempre accade andrà a gravare sui biglietti dei viaggiatori.
Il nuovo balzello partirà già da maggio e vedrà tra i più colpiti i professionisti e le imprese del territorio di Roma e Milano, avendo le Regioni Lazio e Lombardia già approvato la nuova IRESA con la Finanziaria regionale 2013 e risiedendo proprio in queste due città i più grandi aeroporti nazionali (Malpensa e Fiumicino).
Che nei casi di spostamenti molto frequenti tra Roma e Milano, ad esempio, saranno tentati di cercare nuove atlernative:
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Il costo dei singoli biglietti, secondo le stime, aumenterà dai 2 euro per i viaggi di breve raggio ai 5 euro per quelli di medio raggi, per un totale stimato per il 2013 di circa 37 milioni di euro e per il 2014 di 55 milioni di euro.
In realtà l’introduzione dell’IRESA suona più come un tentativo delle Regioni di “fare cassa”, ovvero di reperire maggiori risorse per compensare i tagli imposti dallo Stato centrale, tanto che la Giunta Regionale del Lazio ha fatto sapere che del capitale derivante dall’IRESA solo il 10% verrà usato per ridurre gli effetti ambientali del rumore degli aerei.