La crisi economica ha colpito le aziende italiane che, nonostante le numerose e significative iniziative di risposta e sostegno, hanno prodotto gravi perdite nei bilanci 2009 e anche diverse procedure fallimentari.
Nello specifico, nel corso del 2009 hanno chiuso i battenti circa 9mila imprese italiane, il 23% in più rispetto all’anno precedente.
Il dato è sconfortante, soprattutto considerando che proprio il 2008 aveva raggiunto una quantità di aziende fallite che in alcuni trimestri è risultato maggiore di oltre quaranta punti percentuali rispetto al 2007.
Per comprendere l’entità del problema è sufficiente analizzare i dati, resi disponibili dal Cerved e riferiti all’ultimo trimestre 2009.
Nel periodo ottobre-dicembre, circa 2.900 procedure fallimentari sono state avviate da aziende in difficoltà, +15% rispetto al 2008 che, a sua volta, aveva stabilito un record rispetto al 2007 con un +43%.
Anche nel medio periodo la crisi è evidente: dallo mese di aprile 2008 l’andamento dei fallimenti ha seguito un costante percorso negativo, registrando ogni trimestre una caduta superiore al 10%.
Dal punto di vista territoriale il Nord è la zona maggiormente colpita, con un +33% dei falimenti nel Nord Ovest e un +26% nel Nord Est. Meno peggio il Centro (+16%) e il Sud con le Isole maggiori (+16,3%). Tra le regioni il triste record si registra in Liguria (+48%), in Piemonte (+38%) e in Friuli (+36%), mentre l’unico caso positivo rimane il Molise che migliora rispetto al 2008.