Visite fiscali per malattia del lavoratore a carico dell’INPS tagliate del 90% nel 2013 – anche se non sospese – a causa della ottimizzazione delle spese, alla luce dei dati statistici e confidando nel più efficiente sistema di data mining.
Questi, in sintesi, i chiarimenti forniti dal direttore generale Mauro Nori, facendo le dovute distinzioni tra le visite d’ufficio e quelle richieste dalle aziende.
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Visite fiscali 2013
Nel 2012 l’INPS ha speso 50 milioni di euro per 900mila visite fiscali, mentre le aziende hanno pagato per effettuare 295mila controlli.
Solo in 83mila casi (9%) dei controlli fiscali automatici – condotti a campione – l’Istituto ha disposto una riduzione della prognosi. Ed ancora meno tra quelli richiesti esplicitamente dai datori di lavoro: 16mila (5,5%).
In soldoni, il gioco non vale la candela. Ma questo non significa che le ispezioni non saranno effettuate, anzi.
Niente sospensione
I numeri hanno dunque convinto l’istituto che sia possibile ridurre le visite fiscali per malattia dei dipendenti ma, ci tiene a sottolineare Nori, «l’INPS ha mai parlato di sospensione».
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È stata quindi decisa «una riduzione a circa 100mila visite per il 2013, forti dell’esperienza costruita con un sempre più sofisticato sistema di data mining, che ci porterà a far crescere la percentuale dei risultati di riduzione di prognosi, pur in presenza di una sensibile diminuzione del numero di visite eseguite. Quindi con meno risorse economiche e con maggiore selettività dei controlli, riusciremo a produrre comunque un sempre più efficace contrasto al fenomeno dell’assenteismo», ha quindi concluso Nori.