Il ministro per La Politiche agricole Luca Zaia ha lanciato un pubblico allarme contro la crisi di liquidità e la difficoltà di accesso al credito delle imprese venete: le difficoltà delle Pmi rafforzano le organizzazioni criminali, che approfittano per comprare pacchetti azionari e assumere il controllo di numerose imprese del territorio.
Un pericolo che in realtà, come testimoniato su più fronti tocca tutta l’Italia.
La minaccia arriva anche dall’uso di strumenti economici complessi, come finanziarie e fondi internazionali facenti in reltà capo a reti criminali.
Il grido d’allarme era stato lanciato tempo fa anche dal procuratore di Verona Schinaia e ora rischia di aggravarsi a causa della recessione economica, terreno fertile per le infiltrazioni della criminalità nel tessuto produttivo del Veneto, bacino tra i più dinamici.
D’accordo anche il presidente regionale di Confindustria, Andrea Tomat: bisogna lavorare per preservare l’integrità di un sistema economico sano, evitando che si creino situazioni che possano sfociare in attività criminose e che colpiscano le imprese del territorio.
Secondo Tomat è però necessario coinvolgere nel confronto anche il mondo bancario e finanziario, come attori attivi nella vigilanza sulle situazioni sospette e nel sostegno alle imprese in difficoltà.
Secondo Giuseppe Bortolussi, leader della Cgia, il vero rischio è la chiusura delle piccole imprese, le più esposte all’usura.