L’Italia è il Paese europeo in cui le condizioni del credito alle PMI sono più difficili: lo rileva il consueto bollettino della Bce sull’accesso al credito delle piccole e medie imprese, dl quale emergono altri primati negativi della Penisola.
La ricerca si riferisce al periodo fra ottobre 2012 e marzo 2013: ebbene, insieme a Spagna, Portogallo e Grecia l’Italia è il Paese in cui le PMI hanno registrato le maggiori flessioni di fatturato e utili.
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Ricavi in crescita invece in Germania (pur con un rallentamento rispetto al periodo aprile-settembre 2012), Francia, Belgio, Irlanda, Austria e Finlandia. Gli unici due Paesi in cui resta positiva (pur rallentando) anche la dinamica degli utili sono Germania e Austria.
E veniamo alla dinamica dei prestiti alle imprese: nel semestre in esame le PMI segnalano un aumento della necessità di credito (+5%), e un contemporaneo deterioramento nella disponibilità delle banche a concedere prestiti, anche se da questo punto di vista si segnala un miglioramento rispetto al semestre precedente.
L’Italia, insieme a Grecia e Portogallo registra il maggior incremento della necessità di prestiti, una situazione che riflette la debolezza dei profitti e la mancanza di liquidità. C’è però una dinamica positiva relativa alla disponibilità delle banche a erogare prestiti: qui l’Italia è il Paese che registra il miglioramento più sensibile, passando al -7% dal -27% del semestre precedente.
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Altri spunti positivi dell’indagine: è sceso, a livello di media europea, il tasso di respingimento delle domande di prestito, all’11% dal precdente 15%, ed è diminuito il numero di PMI che segnalano l’accesso al credito come il principale problema, al 16% dal precedente 18%.
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In generale, permangono differenze notevoli fra i diversi paesi per quanto riguarda le condizioni di accesso al credito e ai finanziamenti, che comunque per le PMI restano più difficili che per le grandi aziende.