Nessuna applicazione. Nessun servizio. Cosa resterà delle PMI nel 2020? Secondo il Social Issues Research Centre, l’unica attività sarà quella di aggiungere valore.
Tutto ciò che non sarà strettamente necessario al core business sarà delegato in outsourcing, dai servizi accessori fino ai software. Lo studio del SIRC prevede infatti che i SAAS (Software As A Service) saranno la norma nel 2020, trasferendo sul web tutti i programmi.
Lo scenario sembra una verosimile evoluzione dell’attuale flessibilità delle PMI, estremizzata fino a ridurre all’osso le dotazioni dell’organizzazione, che sarà inserita una rete sociale in cui altri soggetti si occuperanno di tutto il resto. È quella che il SIRC chiama ”Generazione C”, ovvero la generazione basata su contenuti, connettività, creatività e collaborazione… o, più semplicemente, il Web 2.0 che esce da internet per entrare nel mondo dell’impresa.
Brian Garvey di Rackspace, società che ha commissionato lo studio, paragona questo nuovo sistema all’attuale community open source, in cui ognuno collabora a uno scopo comune. Il manager specifica che l’ascesa di internet «non ha ucciso le PMI, anzi ha comportato una notevole erosione dei prezzi consentendo la fruizione di applicazioni di business da computer meno potenti e dispositivi mobili».
Non a caso un altro aspetto fondamentale evidenziato dello studio è il mondo Mobile, in continua espansione, che renderà i lavoratori più flessibili e il posto di lavoro sempre più ”a misura d’uomo”. Buone notizie per i lavoratori, dunque, eccetto per i responsabili dell’infrastruttura tecnologica.
Garvey parte dai risultati della ricerca per rappresentare un futuro tutt’altro che roseo per gli esperti IT aziendali. L’outsourcing selvaggio, infatti, esternalizzerà le attività di manutenzione dei dispositivi tecnologici: «per esempio, laddove l’hosting provider provvede anche alla sicurezza di rete, i responsabili aziendali si limitano a svolgere il ruolo di semplici custodi».