È stato bocciato il ricorso presentato dall’Italia contro la cooperazione rafforzata tra 25 Paesi sul brevetto unico europeo.
Nel corso degli ultimi mesi, Italia e Spagna avevano presentato un ricorso alla Corte di Giustizia UE contro la decisione del Consiglio di creare un regime di trilinguismo per il brevetto unitario, considerandolo “discriminatorio” per le proprie imprese.
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Il ricorso era stato presentato perché il regime di trilinguismo prevedeva come lingue ufficiali l’inglese, il francese e il tedesco, escludendo l’italiano e lo spagnolo.
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Tuttavia la Corte di Gustizia dell’Unione Europea ha rifiutato il ricorso ribadendo che “alla luce dell’impossibilità per gli Stati Membri di pervenire a un regime comune per l’insieme dell’Unione entro un termine ragionevole, la decisione impugnata contribuisce al processo di integrazione europea“.
Una dichiarazione che stona con il significato di cooperazione rafforzata, che rappresenta una procedura decisionale, istituzionalizzata con il Trattato di Amsterdam e poi modificata dal Trattato di Nizza, che consiste nel realizzare una più forte cooperazione tra alcuni Stati membri dell’Unione europea in determinati temi (giustizia, difesa, gestione economica ecc.) e non riguarda solo il tema dei brevetti.
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Secondo la Corte l’assenza di Italia e Spagna nel supporto alla cooperazione rafforzata “non danneggia il mercato interno, né la coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione”, ma soprattutto la decisione stata presa “dopo che un certo numero di regimi linguistici è stato preso in considerazione senza però trovare il sostegno sufficiente in seno al Consiglio”.