Il presidente della Cna di Savona chiede l’abolizione dell’IMU sui beni strumentali per agevolare le imprese in difficoltà: l’imposta, infatti, grava sulle PMI soprattutto a causa del rincaro del coefficiente da applicare alla rendita catastale dei capannoni, con il passaggio da 60 a 65.
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Il presidente Gianni Carbone focalizza l’attenzione sulla natura stessa degli immobili strumentali, che non rappresentando una forma di accumulo di patrimonio dovrebbero essere esclusi dall’applicazione IMU.
«A titolo esemplificativo: un capannone artigianale di 3000 mq, nel 2012 ha pagato un IMU di 14.770 euro mentre nel 2013 pagherà 16.012 euro; un capannone artigianale di 1700 mq che ha pagato, nel 2012, 6.310 euro ne pagherà quest’anno 6.840».
«A questo poi, si va a sommare l’introduzione della TARES, la nuova tassa rifiuti che, attraverso la singola voce relativa alla maggiorazione di 30 centesimi a mq. per la copertura dei costi indivisibili dei Comuni (illuminazione, strade. ecc.) – determinerà una forte crescita dell’imposizione sulle imprese».
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Al peso di questa imposta sulle imprese, quindi, si aggiunge anche l’arrivo della nuova TARES che si farà sentire a partire da dicembre, con la maggiorazione prevista nonostante le prime due rate ripropongano gli importi della vecchia TARSU.