Entro il 29 aprile le amministrazioni pubbliche devono registrarsi sulla piattaforma ministeriale per la certificazione dei crediti delle aziende: diversamente, scatteranno sanzioni disciplinari e pecuniarie nei confronti dei dirigenti responsabili. Lo prevede il decreto debiti PA in vigore dal 9 aprile per lo sblocco dei pagamenti arretrati alle imprese:
Il Dl contiene diverse misure che mirano a far decollare il sistema per la certificazione dei crediti, che fino ad ora ha dato risultati deludenti.
La certificazione serve per ottenere anticipi bancari sui crediti vantati con la PA o per portarli in compensazione. Uno dei punti critici è proprio lo scarso utilizzo della piattaforma da parte degli enti locali, per i quali finora non erano previste sanzioni nel caso di mancato accreditamento:
=> Leggi come funziona la certificazione dei crediti
Certificazione crediti
Sanzioni. Il Dl 35/2013 le introduce al comma 2 dell’articolo 7: la mancata registrazione entro 20 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento (quindi, il 29 aprile), «è rilevante ai fini della misurazione e della valutazione della performance individuale dei dirigenti responsabili e comporta responsabilità dirigenziale e disciplinare» ed una «sanzione pecuniaria pari a 100 euro per ogni giorno di ritardo nella registrazione».
Tempistica. Le PA sono obbligate a terminare tutte operazioni di certificazione entro il 15 settembre. Il comma 4 le obbliga a comunicare al Ministero, fra l’1 giugno e il 15 settembre 2013, l’elenco dei crediti certi, liquidi ed esigibili maturati dalle imprese entro il 31 dicembre 2012, con indicazione dei dati identificativi del creditore.
Il mancato rispetto dell’adempimento comporta responsabilità dirigenziali e disciplinari.
Attenzione: questa comunicazione vale a tutti gli effetti come certificazione del credito, pur restando valide le procedure già previste e funzionanti. Quindi, le imprese avranno una certificazione entro metà settembre.
Imprese creditrici. Se la comunicazione del debito è omessa, incompleta o erronea, si può richiedere all’amministrazione di correggere o integrare il documento; se non si ha risposta in 15 giorni, si può chiedere la nomina di un commissario ad acta, con oneri a carico della PA debitrice.
Cessione crediti
Sempre entro il 15 settembre, banche e intermediari finanziari autorizzati comunicano al Ministero l’elenco dei debiti certi, liquidi ed esigibili nei confronti di pubbliche amministrazioni maturati alla data del 31 dicembre 2012 che sono stati oggetto di cessione come prevista dai decreti sul ritardo dei debiti della PA (leggi qui), con l’indicazione dei dati identificativi di cedente, cessionario e amministrazione debitrice, distinguendo tra cessioni pro-soluto e cessioni pro-solvendo.
E’ previsto che la Legge di Stabilità 2014 possa prevedere l’emissione di titoli di stato per finanziare i pagamenti della PA dei debiti ceduti a banche e finanziarie. Ricordiamo, a questo proposito, che per esplicita richiesta delle aziende la priorità dei rimborsi va alle imprese, non alle banche.
Altre misure per incentivare la cessione dei crediti sono previste dall’articolo 9: sono esenti da tasse (tranne l’IVA). L’autenticazione dell’atto può essere fatta dal Comune, o se si va dal notaio l’onorario è ridotto della metà.
Infine, entro il 31 luglio un provvedimento del direttore generale del Tesoro del ministero dell’Economia e delle Finanze stabilirà le modalità tecniche per rendere la piattaforma elettronica operante anche per la cessione dei crediti.
Le critiche delle aziende
Le novità del Dl in materia di certificazioni si sommano alle altre misure previste per sbloccare 20 miliardi nel 2013 e altri 20 nel 2014 (ecco cosa prevede il decreto).
Ma le imprese non sono soddisfatte. Le PMI di Rete Imprese Italia chiedono «profonde modifiche», perché le misure previste non consentono di rispondere con efficacia e tempestività alla situazione di emergenza in cui si trovano. Le richieste:
- 40 miliardi disponibili tutti nel 2013
- subito modalità di copertura dei restanti 50 miliardi di debito della PA per evitare il problema nel 2015
- nuovi meccanismi di compensazione tra debiti degli enti pubblici verso le imprese e debiti fiscali e contributivi delle imprese verso lo Stato (approfondisci le novità sulla compensazione previste dal Dl).
- semplificazione e velocizzazione delle modalità di accesso al sistema dei pagamenti.
L’auspicio è che queste modifiche siano oggetto di dibattito parlamentare in sede di conversione in legge del decreto.
Anche Confindustria si aspettava «un po’ più di coraggio», ha dichiarato il presidente Giorgio Squinzi: i 40 miliardi sono troppo diluiti nel tempo e soprattutto non sono sufficienti, il debito «è probabilmente almeno tre volte» tanto. L’associazione di Viale Astronomia aveva chiesto almeno 48 miliardi in tempo molto veloci.