Aumentano i licenziamenti e i contratti di lavoro che non vengono rinnovati, diminuiscono le dimissioni, calano sensibilmente i nuovi contratti: da qualunque parte lo si guardi, l’ultimo rapporto sull’andamento del mercato del lavoro pubblicato dal ministero tratteggia un 2012 all’insegna della crisi più profonda.
Il dato forse più eclatante riguarda i licenziamenti: fra collettivi e individuali, hanno superato il milione nel corso del 2012, con un balzo del 13,9%, e nel solo ultimo trimestre sono stati 329mila, in aumento di oltre 43mila unità (+15,1%) sull’analogo periodo del 2011. Sempre nel periodo ottobre-dicembre 2012, le dimissioni (347mila in totale) sono invece diminuite di 45mila unità.
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Un mercato ingessato e in grave difficoltà, dunque, come dimostrano anche i dati sui nuovi contratti attivati, sempre nell’ultimo scorcio di anno: 2,26 milioni, il 5,8% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il calo di assunzioni è più evidente nel nord, -7,8%, e nelle regioni meridionali, -5%, mentre nel Centro è limitato, si fa per dire, al 4,7%.
Quanto ai settori, a registrare la maggior flessione nell’attivazione di contratti sono l’edilizia, -12%, e l’industria, -11,7%., mentre nei servizi il calo è meno accentuato, al 5,4%, e l’agricoltura segna la situazione tutto sommato più stabile, -0,4%.
L’analisi per tipologia di contratto è forse quella che maggiormente fotografa, oltre alla crisi, l’entrata in vigore della Riforma del lavoro: i contratti di collaborazione (su cui la legge Fornero ha messo nuovi paletti) crollano nell’ultimo trimestre del 25%. Ma diminuiscono, pur con percentuali non a due cifre, il tempo indeterminato, -3,3%, e l’apprendistato, -3% (che pure la riforma punta a valorizzare), mentre l’unico segno positivo riguarda i contratti a termine, in aumento dello 0,7%.
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Una breve panoramica delle professioni più richieste: braccianti agricoli (quasi 150mila contratti attivati a fine 2012), camerieri (82mila), registi, direttori artistici, attori, sceneggiatori e scenografi (circa 47mila), manovali, cuochi (entrabe sopra quota 40mila).