Il piano del Governo per lo sblocco dei crediti dalla PA accontenta solo il parte le imprese – che vorrebbero tempi più veloci di quelli prospettati della “soluzione in due tempi” prevista – e delude professionisti, rimasti fuori dalla bozza di decreto.
Il Governo non ci nomina, sottolinea il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, «ma non possiamo nemmeno immaginare che il Decreto per sbloccare i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, annunciato dal titolare dell’Economia, Vittorio Grilli, non includa anche i professionisti italiani e non sia, quindi, limitato alle sole imprese».
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Il Piano di rientro
Il piano biennale – che dovrà essere valutato con un passaggio parlamentare, per approvare i nuovi saldi di bilancio (impatto su deficit e debito) – al momento non considera il mondo delle professioni: ora come ora, si prevede di saldare le fatture pregresse – rispetto all’entrata in vigore della Direttiva sui pagamenti in 30 giorni, in vigore per i contratti da gennaio 2013 – per circa la metà dei debiti contratti finora (71 miliardi di euro, secondo stime Bankitalia), utilizzando 20 mld nel 2013 e altri 20 mld nel 2014. Ancora da fissare i criteri per la restituzione dei debiti.
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Debiti PA con Professionisti
La richiesta dei professionisti: «Gli architetti italiani – spiega il consiglio nazionale – vantano crediti dalla pubblica amministrazione per circa 500 milioni di euro sul totale di circa 2 miliardi che lo Stato deve al comparto della progettazione delle opere pubbliche». Una situazione «che non può essere ulteriormente sopportata da un comparto» che registra «eccezionali ed insopportabili dinamiche di flessione anche per il blocco delle opere pubbliche».
«Più di altre professioni – continua il Cnappc – stiamo pagando un pesante tributo alla crisi poiché sulla nostra attività si riflette inevitabilmente il trend negativo del settore dell’Edilizia» che provoca riduzione dei fatturati, e chiusura di numerosissimi «studi professionali di medie e piccole dimensioni con gravissime conseguenze negative soprattutto per i giovani architetti».
Debiti PA con Imprese
Quanto alle imprese, Confindustria si aspettava di più «dal punto di vista dell’entità dei rimborsi e della loro rapidità. Noi avevamo quantificato in 48 miliardi la cifra da considerare, mentre il governo ha indicato la liquidazione di 40 miliardi in due anni» spiega il presidente Giorgio Squinzi. E’ comunque positivo che il provvedimento sia stato annunciato ma si attende il testo per sapere se verranno rispettati i richiesti criteri di chiarezza, rapidità, trasparenza, semplice attività documentale.
Anche dalle PMI arrivano reazioni molto simili: secondo Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio e di Rete Imprese Italia, «siamo di fronte all’ennesimo rinvio» e non vengono individuate soluzioni immediatamente operative. «Per molte imprese soprattutto quelle dei Servizi il pagamento dei debiti è questione decisiva per la stessa sopravvivenza dell’attività». Con l’allungamento di tempi, «sull’emergenza debiti della PA si sta giocando sulla pelle delle PMI che stanno scontando gli effetti di una crisi che si fa più lunga e profonda del previsto».
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Richiesta di tempi veloci anche dall’ABI, ovvero dalle banche: «mi auguro che chi ha pensato questo calendario abbia negoziato con i presidenti dei due rami del Parlamento una procedura accelerata» dichiara Antonio Patuelli, presidente dell’associazione banche italiane.