Uno studio realizzato da Aldo Ronci per la Cna abruzzese illustra la situazione di grave crisi nella quale versano le imprese locali, sempre più in difficoltà nell’accesso al credito: i prestiti alle PMI erogati dalle banche hanno subito un calo fino a 503 milioni di euro nei primi nove mesi del 2012.
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Responsabili della carenza di liquidità delle imprese sono soprattutto le piccole banche, che hanno tagliato il credito di 372 milioni di euro, un dato nettamente superiore alla media nazionale, come sottolinea Ronci:
«Nella nostra Regione i piccoli istituti hanno erogato il 52% del credito totale, a fronte del 22% nazionale. Insomma, si è evitata una flessione di gran lunga superiore a quella che si sarebbe realizzata se i piccoli istituti avessero tenuto la stessa media nazionale (-5,47%): ci saremmo trovati di fronte a un vero e proprio salasso, perché la flessione sarebbe stata di 709 milioni rispetto a 372.»
La Provincia di Pescara sembra essere la più colpita dalla crisi, seguita da Teramo, Chieti e L’Aquila. Per quanto concerne i settori produttivi, invece, le difficoltà nell’accesso al credito hanno caratterizzato innanzitutto l’industria, l’artigianato e l’edilizia, in misura minore i servizi.
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Una situazione resa ancora più grave dalle problematiche legate alla ricostruzione post sisma, tanto che è la stessa Cna a farsi portavoce delle PMI chiedendo alla Regione di sbloccare 24 milioni di Fondi Fas per il sostegno all’attività dei Confidi, come ha affermato il direttore regionale Graziano Di Costanzo:
«Le imprese muoiono non perché incapaci di fare il proprio lavoro, ma perché non incassano il dovuto: come all’Aquila, dove centinaia di piccole imprese, che hanno realizzato interventi sulla ricostruzione, aspettano ancora il pagamento del dovuto. In queste condizioni le parole rischiano di non avere più senso, perché il tempo della discussione è finito e ora si tratta solo di passare ai fatti.»