La crisi economica sta mettendo in ginocchio fin troppe imprese italiane, che si aggrappano ad ogni opportunità di mercato per restare produttive, comprese le gare di appalto: e a dimostrazione che la mancata ammissione o vincita ad un bando può significare il fallimento, è cresciuto il numero di ricorsi al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale).
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Gli imprenditori sono pertanto disposti a sostenere gli alti costi del ricorso, pur di non lasciare nulla di intentato.
Ricorrere al TAR è dunque l’ultima spiaggia per cercare di ottenere una commessa, in mancanza della quale difficilmente l’azienda riuscirebbe a rimanere in piedi. Soprattutto nel settore Costruzioni, duramente colpito dalla crisi (leggi di più in materia di appalti).
Ad evidenziare il fenomeno è stato il neo presidente del TAR di Pescara, Michele Eliantonio, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario 2013.
I ricorsi amministrativi sono cresciuti rispetto all’anno precedente, con riferimento a quelli in materia di Urbanistica ed Edilizia. Scendono invece i ricorsi relativi al pubblico impiego e quelli dei cittadini extracomunitari.
In aumento anche le cause con argomento Ambiente, «segno di una maggiore sensibilità che oggi si manifesta al riguardo», spiega Eliantonio.