Il risultato delle elezioni politiche 2013 è il trionfo dell’incertezza, che non piace ai mercati e rende l’Italia ingovernabile: Camera al centrosinistra di un soffio, Senato spaccato e vincitore morale il Movimento 5 Stelle, emblema del voto di protesta.
Piazza Affari apre all’insegna di forti ribassi, la comunità finanziaria inizia a temere nuove tensioni sullo spread.
=> Vai allo Speciale Elezioni 2013
Camera
La coalizione Pd-Sel di Pierluigi Bersani si è aggiudicata per un soffio i premio di maggioranza alla Camera: 29,6% dei voti, contro il 29,1% del centrodestra di Silvio Berlusconi, protagonista di una rimonta. Il M5S di Beppe Grillo, primo partito a Montecitorio, ha avuto il 25,5% dei consensi.
Senato
Al Senato il centrosinistra ha preso il 31,6%, il centrodestra il 30,7%, Grillo il 23,8%, risultato dal quale, in base al meccanismo elettorale (a Palazzo Madama la base di calcolo è regionale), non esce una maggioranza. Il voto rende impossibile anche l’ipotesi, ventilata in campagna elettorale, di un’alleanza centrosinistra-Monti: quest’ultimo si è fermato al 9,1% alla Camera e al 10,6% al Senato.
Conseguenze politiche
Con questo risultato elettorale, nessuno fra i partiti che si sono contesi il voto degli italiani, è in grado di formare un governo di legislatura che porti avanti il programma presentato in campagna elettorale.
Tecnicamente si rischia di dover tornare al voto. Il tutto, complicato dalla imminente scadenza del mandato per Giorgio Napolitano, che non può sciogliere le Camere nel semestre bianco. Le nuove Camere, quindi, con gli equilibri espressi dal voto del 24-25 febbraio, eleggeranno il presidente della Repubblica.
Coalizioni possibili
Nel frattempo si percorrono ipotesi di grandi coalizioni, finalizzate a specifici obiettivi politici o istituzionali.
Il day after vede il leader del centrodestra, Berlusconi, proporre una governabilità che allontani le urne: il Cavaliere invita a «riflettere», a fare qualche sacrificio «in nome dell’Italia» che non può «non essere governata».
Sarà il dibattito politico di questi giorni a determinare i possibili scenari: un governissimo Pdl-Pd? Un’alleanza fra PD-M5S su temi tipicamente di sinistra come la riforma delle legge elettorale e il contrasto al conflitto di interessi?
Imprese
Quale che sia la soluzione, si tratterà di un’alleanza istituzionale, finalizzata a qualche specifico obiettivo (riforme della politica…). Non c’è spazio adesso per le misure per la crescita e la defiscalizzazione promesse in campagna elettorale dai vari schieramenti.
Sicuramente non si è realizzata la speranza, espressa nei giorni scorsi dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, di una prossima legislatura che duri fino al 2018.
=> Ecco il piano per le imprese al 2018 di Confindustria
=> Confronta con le proposte delle PMI di Rete Imprese Italia