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Lavoro: le misure Fornero che penalizzano l’occupazione

di Noemi Ricci

Pubblicato 15 Febbraio 2013
Aggiornato 2 Settembre 2013 11:04

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Una guida alle difficoltá introdotte dalla Riforma del Lavoro, che secondo la Fondazione Studi penalizzano imprese ed occupazione, aggravate dalle novitá normative della Legge Fornero.

Una guida molto particolare quella diffusa dalla Fondazione Studi – Consulenti del Lavoro con la Circolare  n° 1/2013, dove vengono spiegate tutte le misure della Riforma del Lavoro Fornero che ostacoleranno sviluppo ed occupazione in Italia nel 2013.

=> Vai allo speciale Riforma del Lavoro

La Riforma del Lavoro, o Legge Fornero, contiene secondo i Consulenti del Lavoro norme che creano una penalizzazione per quanto riguarda la crescita del Paese e del tessuto produttivo italiano, ostacolando le assunzioni, limitando le scelte dei datori di lavoro e aggravando i costi  del lavoro andando ad peggiorare i dati sulla disoccupazione.

=>Leggi:  Riforma Fornero, risultati  scarsi e attuazione incompleta

Colpa anche e soprattutto dei provvedimenti mancati e di quelli attuati senza tenere conto delle reali esigenze dei datori di lavoro.

Un quadro che va ad aggiungersi alle già importanti difficoltà inflitte agli imprenditori dalla crisi economica.

Liste di mobilità

Tra le novità della Legge Fornero che sono andate a penalizzare occupazione, lavoratori ed imprese c’è la mancata proroga delle norme che concedevano sgravi per l’assunzione di lavoratori iscritti alle liste di mobilità, decisione che sta causando una parte del blocco dell’occupazione (leggi di più).

Aspi

La pur lodevole introduzione dell’Aspi (la nuova Assicurazione per l’impiego) finisce per pesare gravemente sulle spalle delle aziende con costi elevati, tanto più che è previsto il versamento del 41% del massimale mensile nel caso di interruzione del contratto a tempo indeterminato per cause diverse dalle dimissioni.

=> Approfondisci la nuova Aspi

Tempo indeterminato

Cresce poi il costo dei contratti a tempo indeterminato, in termini di contribuzione INPS. Elemento che contribuisce a limitare la conversione di molti lavoratori a tempo indeterminato.

=> Leggi del Flop della Riforma del Lavoro per imprese e dipendenti

Gestione separata

L’aliquota della Gestione separata INPS è stata inoltre aumentata dal 18% al 20% e dal 2014 salirà anche l’aliquota ordinaria della Gestione separata passando dal 27,72% al 28,72%_

=>Consulta gli approfondimenti sulla contribuzione INPS

Apprendistato

Aumenta poi anche la contribuzione dovuta dai datori di lavoro che assumono apprendisti (+1.61%), che tra l’altro si applica anche a tutti i lavoratori assunti a partire dal 1° gennaio 2012 per i quali era stato invece previsto lo sgravio totale dei contributi.

=> Leggi come cambia l’apprendistato con la Riforma del Lavoro

Occupazione femminile

Mancano i decreti attuativi per gli incentivi all’assunzione delle donne. Questi devono infatti definire i confini dell’agevolazione, chiarendo quali sono i territori ai quali si applica l’iniziativa, ma anche il concetto di “impiego non regolarmente retribuito” citato dalla norma.

Fondi di solidarietà bilateriali

A carico dei datori di lavoro poi anche il nuovo contributo Fondi di solidarietà bilateriali.

Soci dipendenti cooperative

Per i soci dipendenti di cooperative ex d.p.r. 602/70 le aliquote contributive dal 1° gennaio 2013 saliranno gradualmente di 0,26 punti percentuali (0,27 dal 2017) fino ad allinearsi all’aliquota dell’1,31%. Potrà inoltre essere Analogamente determinato l’aumento di 0,06 punti percentuali per l’allineamento all’aliquota dello 0,30% (Legge 845/78).

Consulenti del Lavoro

“Un elenco di criticitá che fanno diventare illusoria la crescita dell’occupazione e che confermano la tendenza alla chiusura delle aziende. Il costo del lavoro é una delle componenti piú gravose della gestione aziendale ed é miope, oltre che autolesionista, continuare ad ignorarlo. I danni sono sotto gli occhi di tutti, bloccando sviluppo e occupazione. Noi consulenti del lavoro, che gestiamo mensilmente nei nostri studi le posizioni di 7 milioni di lavoratori, segnaliamo da tantissimo tempo questa criticitá strutturale ma i utilmente; le attenzioni sono sempre rivolte ad altri problemi” ha spiegato Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.

Per maggiori informazioni leggi la circolare n. 1/2013 della Fondazione Studi