La crisi economica e le incertezze politiche del Paese hanno fatto sentire i propri effetti anche sulle Partite IVA, che in termini numerici hanno registrato un calo (-6,6%) a fine 2012 ma che, considerando l’intero 2012 risultano in aumento con 549mila nuove aperture di Partita IVA (+2,2%).
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Si tratta dei dati dell’Anagrafe tributaria evidenziati dall’Osservatorio sulle Partite IVA, distinte per settore di attività, natura giuridica, distribuzione territoriale, caratteristiche demografiche, sesso e fasce di età.
A dicembre 2012 sono diminuite soprattutto le Partite IVA aperte da persone fisiche, che rappresentano il 58,2% del totale. In calo anche le società di persone (-19,9%), al contrario delle società di capitale, che aumentano del +1,4%.
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Un dato che rivela il successo delle agevolazioni per le Società a responsabilità limitata semplificata (Srls) e delle Srl a 1 euro. I giovani fino a 35 anni rappresentano infatti il 46% del totale delle nuove Partite IVA, mentre per le fasce più anziane si registra un calo del -25,4%.
Più vitale il Nord d’Italia dove si registrano il 45% delle aperture, seguono il Sud e le Isole (32%), quindi il Centro (23%).
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A livello settoriale, la maggior parte delle Partite IVA viene aperta nel settore del commercio (28% del totale), quindi nei settori del turismo, alloggio e ristorazione e dell’agricoltura (10% per entrambi). In aumento le aperture nei settori dell’istruzione e del finanziario, in diminuzione quelli di agricoltura, costruzioni, energetico e immobiliare.
In prevalenza le Partite IVA vengono aperte da uomini (63,5%).
Analizzando anno per anno, però, ad aprire una Partita IVA nel 2012 sono state soprattutto persone fisiche (+6%), mentre le società di persone fanno registrare un -10% e quelle di capitale un -6%. Per il resto l’andamento dell’anno rispecchia a grandi linee quanto avvenuto a dicembre.
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Interessante infine notare che nel 2012 il 27% delle nuove Partite IVA ha beneficiato del nuovo Regime dei Minimi.