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Riforma Lavoro: risultati scarsi, attuazione incompleta

di Barbara Weisz

11 Febbraio 2013 16:00

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La Riforma del Lavoro delude: il contratto di apprendistato è snobbato dalle aziende, la precarietà è aumentata e sono fermi al palo i due terzi dei decreti attuativi della Legge Fornero.

Usando una metafora calcistica, si potrebbe dire che la crisi batte la Riforma del Lavoro con diversi gol di scarto. I contratti restano a tempo ed i giovani restano precari, non decolla l’apprendistato e aumenta la disoccupazione, senza contare i ritardi sul fronte dell’applicazione delle nuove norme: su oltre 30 decreti attuativi previsti dalla legge Fornero, ne sono stati realizzati una decina appena.

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Precarietà in aumento

Con la Riforma del Lavoro la situazione dei precari (in particolare dei giovani) è peggiorata o al massimo è rimasta invariata. Il contratto di apprendistato – cardine della legge 92/2012 – secondo l’indagine Unioncamere-Excelsior “stenta a decollare”: le imprese preferiscono applicare contratti a termine, ricorrere al lavoro interinale o a contratti parasubordinati o autonomi (contratti a progetto, partita IVA).
Nel primo trimestre 2013 le imprese programmano 127800 assunzioni dirette di personale, a fronte di 218mila uscite, con un saldo negativo pari a oltre 80mila unità per contratti a tempo indeterminato, determinato e apprendistato.

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Altri dati arrivano da un sondaggio online Cgil condotto tra 500 giovani: nel 27% dei casi il contratto dei precari non è stato rinnovato e il 22% è passato a un contratto ancora più flessibile e meno tutelato. Nello specifico, non sono stati rinnovati il 38% dei contratti a termine, il 23% di quelli a progetto, il 22% delle partite IVA. Al 14% dei lavoratori a progetto è stato trasformato il contratto in partita IVA, mentre solo il 5% è passato a un contratto dipendente (a tempo determinato) e il 2% alla somministrazione. Al 3% la percentuale di co.co.pro passati al contratto di apprendistato.

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Gli unici trend positivi nella propensione ad assumere si registra nelle imprese che esportano e in quelle che investono su qualità e innovazione. Ma la tendenza generale è muoversi con prudenza sul fronte occupazionale, anche in considerazione del perdurare della crisi.

Attuazione della Riforma

Altro punto dolente è lo stato di attuazione della riforma: su 37 decreti ne sono stati emanati una decina. (=> Vai allo speciale sulla Riforma del Lavoro)

Provvedimenti mancanti

  • Ammortizzatori – in materia di Aspi si attende il decreto per il diritto a riscuotere l’indennità in un’unica soluzione per aprire una nuova attività e sui fondi bilateriali mancano numerosi passaggi (ministero e parti sociali) sui (scopri i nuovi ammortizzatori sociali)
  • Incentivi – si attende il provvedimento per attivare le risorse da destinare agli sconti contributivi per le aziende che assumono donne disoccupate.
  • Deleghe – manca ancora quella per le politiche attive dell’occupazione (con la riforma dei contratti per l’impiego) e quella sulla democrazia nei luoghi di lavoro (partecipazione dei lavoratori alla gestione d’impresa, agli utili e così via).

Misure attuate