A un punto di svolta l’inchiesta sullo scandalo Euribor, il tasso dal quale dipendono le rate dei mutui variabili: iscritti nel registro degli indagati 5 banche estere e 7 trader nell’ambito dell’inchiesta avviata a Trani.
Il sospetto è che abbiano manipolato il tasso di comune accordo, non rispettando le procedure, che vedono ogni giorno 43 banche europee comunicare alle ore 17:00 il proprio tasso in base alla cui media si calcola l’Euribor.
L’indagine è partita in seguito a denunce di Adusbef e Federconsumatori nel luglio 2012: se si dimostrasse un’effettiva manipolazione dei tassi, significherebbe che sono stati influenzati i mutui variabili (oltre ai derivati ancorati all’Euribor) per circa 3 miliardi di danni a scapito di 2,5 milioni di Italiani.
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Le indagini si riferiscono però a fatti antecedenti il 2010, che di conseguenza non avrebbero influenza alcuna sull’andamento attuale dei tassi Euribor. La precisazione è importante perché in questi giorni il tasso sta risalendo, dopo due anni di livelli minimi, facendo quindi aumentare anche la rata del mutuo.
Il motivo è che le banche europee stanno iniziando a restituire i due prestiti BCE di fine 2011 e inizio 2012: da una parte si normalizza il sistema ma dall’altra si produce una fisiologica diminuzione della liquidità per le banche, che si riflette subito sui tassi.
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Tornando all’inchiesta italiana, segnaliamo che si collega con un’indagine sui derivati, che a sua volta coinvolge 5 banche italiane e che ha visto l’apertura di un fascicolo per omessa vigilanza di Banca d’Italia e Consob sui derivati Mps). su tutto questo c’è un risvolto che riguarda i consumatori.
Nel frattempo scandalo Euribor anche in Germania, dove Deutsche Bank ha sospeso 5 trader per sospetta manipolazione.
La presunta manipolazione dell’Euribor in Italia, infine, si riallaccia anche ad una più vasta operazione oggetto di inchiesta internazionale sulla manipolazione dei tassi Libor, che ha fatto cadere i vertici della banca britannica Barclays (fra le 5 indagate a Trani) insieme a Societé Generale, Deutsche Bank, Hsbc e Rbs).