Mentre i politici propongono riduzioni, eliminazioni e rimborsi, il 2013 si apre con un aumento IMU per le imprese a causa dell’abolizione degli sconti applicati dai singoli Comuni, laddove ad esempio erano previsti sconti su capannoni e opifici.
La legge di Stabilità 2013 (lettera f, comma 380, articolo 1, legge 228/2012) prevede che il gettito IMU da immobili ad uso produttivo del gruppo catastale D vada interamente allo Stato, con aliquota allo 0,76%. I Comuni possono alzarla di tre punti ma non abbassarla (lettera g).
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Su questi immobili i Comuni hanno paletti rigidi: possono portare l’aliquota fino all’1,06%, ma non abbassarla, possibilità che invece era prevista dalle regole IMU applicate nel 2012 (sconto massimo consentito: aliquota 0,46%) .
Risultato: per gli immobili di impresa come magazzini e opifici (D), l’IMU 2013 sarà più alta in quei Comuni in cui erano state previste agevolazioni, mentre rimane teoricamente invariata la tassa su negozi (C1), laboratori (C3), uffici e studi professionali (A10).
Possono sorgere dubbi sull’interpretazione ampia di “immobili ad uso produttivo del gruppo catastale D“, che nel suo complesso contempla anche alberghi, cinema e teatri, banche, scuole private, mentre un’interpretazione più restrittiva fa pensare solo a opifici e magazzini.
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Non è chiarissimo cosa succede alla tassa sugli immobili produttivi connessi ad attività agricole (D10), sui quali prima c’era l’aliquota ridotta allo 0,2% e che i Comumi potevano portare allo 0,1%: anche qui, un’interpretazione estensiva della norma farebbe salire l’aliquota 2013 allo 0,76%.
Tutto questo perché è stata abolita la divisione del 50% del gettito fra Comuni e Stato. Ora il contribuente non sarà più obbligato ai complessi calcoli fatti nel 2012 per dividere l’imposta fra comune ed Erario ma le imprese pagheranno di più.
Un’ultima riflessione: la legge di Stabilità, che contiene la norma sull’aggravio IMU per le imprese, è stata votata, nel dicembre scorso (quindi non anni e anni fa), da tutte le forze che appoggiano la maggioranza (Pdl, Pd, centristi), e che ora in campagna elettorale avanzano proposte che vanno dalla riduzione della tassa nel 2013 alla sua abolizione, al rimborso di quanto pagato nel 2012.