La creatività nelle imprese italiane non è stata messa sotto scacco dalla crisi: secondo i dati 2009 dell’Ufficio Brevetti e Marchi diffusi dal Ministero dello Sviluppo Economico, nello scorso anno sono stati registrati in Italia quasi 10.000 – per la precisione 9.600 – brevetti (+2% rispetto al 2008), accorciando seppur di poco il gap con gli altri paesi Ocse.
La recente nuova regolamentazione volta a semplificare il riconoscimento del marchio in Europa e nel mondo ha fornito un primo contributo, ma la strada è lunga.
Il divario è dovuto anche ad una scarsa politica di incentivazione nazionale: secondo i dati Ocse, il governo italiano ha destinato alla Ricerca solo l’1,1% del PIL, la metà della media del G7. Responsabili anche le stesse aziende, che investono appena il 40% delle spese R&S (53% dei paesi Ocse).
Le statistiche regionali, poi, rivelano come sempre un ulteriore divario: il 70% delle richieste proviene da imprese del Nord (Industria e Terziario in primis), mentre il Mezzogiorno sprofonda in classifica con meno di 2 invenzioni per 100 mila abitanti.
Emilia Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia sono risultate le prime tre regioni “più creative” in relazione alla popolazione residente. In termini assoluti, invece, il maggior numero di domande di brevetto è pervenuto dalla Lombardia (2.533 richieste).
A sorpresa, la regione meno creativa non è al Sud ma è stata la della Valle d ‘ Aosta, con appena 2 brevetti in tutto il 2009. Seguono Molise, Basilicata, Sardegna e Calabria.