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Possibile dietrofront sulla proroga a luglio 2013 per il pagamento della Tares, la nuova tassa su rifiuti e servizi comunali introdotta dal Decreto Salva Italia (articolo 14, comma 35, del Dl 211 del 2011) ed in vigore da aprile: il Governo si è impegnato ad adottare un provvedimento d’urgenza che eviti gli effetti negativi della proroga.
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Il sottosegretario all’Ambiente, Tullio Fanelli, lo avrebbe comunicato a Federambiente dopo che la Federazione le aveva espresso preoccupazione sulla proroga, temendo «rischi per la continuità del servizio e la sopravvivenza stessa delle imprese».
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In teoria, era proprio per le imprese che in Parlamento era stata approvata la proroga per il pagamento della prima rata della Tares – anche se non per la sua entrata in vigore – per «consentire al nuovo Governo di adottare un eventuale intervento lenitivo di questo balzello, che va ad aggiungersi impropriamente ad altri già estremamente pesanti sul bilancio di famiglie e imprese», come spiegato dal relatore Antonio D’Alì.
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In realtà, però, quella della proroga sarebbe stata, secondo la lettura di molti, una trovata elettorale che va a complicare proprio la situazione delle imprese, perché a luglio si troveranno a pagare la prima rata Tares e a stretto giro anche la seconda.
La Tares, lo ricordiamo, rappresenta una vera stangata per i contribuenti perché è praticamente la somma delle vecchie Tarsu, TIA1 (tassa per la pulizia di zone urbane, i giardinetti pubblici e tutte le aree verdi limitrofi) e TIA 2 (tassa volta a coprire i costi di smaltimento dei rifiuti solidi urbani).