Per sopravvivere in un mercato in crisi gli ingredienti sono: liquidità, offerta distintiva, capacità di internazionalizzazione o radicata presenza sul territorio. E quando non basta, si può ricorrere al contratto di rete, che permette alle PMI di coalizzarsi e dare vita ad una rete d’impresa, strumento innovativo che conferisce alla piccola azienda una possibilità in più.
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Come passare dalla teoria alla pratica? Se ne è discusso al workshop promosso dall’AFCEA di Roma e incentrato sulle iniziative a supporto delle PMI. Il convegno è stata l’occasione per ricordare i vantaggi di questa forma contrattuale attiva e disponibile dal 2008 e perfezionata nel nuovo Decreto Sviluppo.
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Un’azienda virtuale a geometria variabile è la risposta più adeguata ad un contesto di mercato in cui troppo spesso vincono logiche che poco hanno a che fare con la libera concorrenza, ha spiegato Pietro Finocchio, presidente di AFCEA Roma: con il contratto di rete si offre invece alla propria realtà aziendale maggiore possibilità e capacità di contatto, comunicazione, relazione ed offering.
Le reti d’impresa sono l’unico fenomeno che registra una crescita in questo momento di crisi, eguagliando il bissato il successo dei distretti industriali negli anni ‘70, con l’importante differenza di garantire l’individualità delle singole aziende che si aggregano.
In Italia le aziende non riescono a crescere perché faticano ad accedere al credito: l’estremo rigore bancario non permette la condivisione del rischio d’impresa e la crescita ne risulta compromessa. Il contratto di rete invece abilita questa crescita in un modo diverso e forse più produttivo.
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Fulvio D’alvia, direttore di rete impresa di Confindustria, ha riportato le esigenze delle imprese: aggregazione di programmi e progetti, superamento del localismo distrettuale, innovazione e supporto per l’internazionalizzazione o verso banche ed assicurazioni pur restando autonome. E per la governance richiedono semplicità e nessuna sovrastruttura pubblica o para-pubblica che faccia da cuscinetto.
Rispetto a queste esigenze la rete d’impresa costituisce un network in cui ci si scambia informazioni ed idee e per creare un soggetto terzo riconoscibile da PA, banche e assicurazioni verso le quali si possono vantare maggiori garanzie. Le reti diventano anche l’interlocutore ideale per le grandi imprese, nei processi di internazionalizzazone o ri-localizzazione su un territorio o sul made in Italy.
Per agevolare le PMI in questo senso, ricordiamo che dal 2012 è stato istituito il Fondo Start up per l’Internazionalizzazione – per la partecipazione pubblica al capitale sociale di società costituite ad hoc (NewCo). Un percorso parallelo a quello della promozione delle reti d’impresa e che parimenti contribuisce a garantire una vita migliore all’azienda.
Sostegno alle imprese locali
Per chi ancora un’impresa non ce l’ha e non sa da dove iniziare, esistono diverse formule di sostegno alla nascita di una nuovo soggetto economico. Ecco quelle del Lazio:
- Sportello di orientamento imprenditoriale dal 2007 informa e forma nuovi imprenditori, permettendo di creare circa 400 imprese.
- BIC lazio da oltre 20 anni sostiene lo sviluppo del territorio attraverso il potenziamento delle imprese esistenti e la nascita di nuove start up (redazione business plan, tutoraggio, incubatori d’impresa e supporto all’internazionalizzazione)
- FILAS , la finanziaria Laziale dello Sviluppo, sostiene le PMI e le microimprese laziali per interventi nel capitale di rischio, per realizzare progetti ad alto contenuto innovativo e tecnologico o per attività di ricerca.