Anche dopo lo slittamento della prima rata della Tares da aprile a luglio, crescono le preoccupazioni delle imprese e delle associazioni che vedono in questa nuova tassa una seconda IMU, con tutte le conseguenze ai danni delle attività produttive locali.
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Cna Basilicata, ad esempio, ha rivolto un appello ai Comuni della Regione invitandoli a tenere conto dei gravi danni che questa nuova fiscalità può arrecare alle piccole imprese.
Promettendo un monitoraggio continuo sull’andamento delle tariffe comunali, il presidente della Cna Montemurro sottolinea come il Governo punti sulla Tares per ottenere maggiori entrate per i Comuni, pari a 1 miliardo di euro solo nel 2013 e altrettanto nel 2014.
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«Non dimentichiamo che questi aumenti vanno ad aggiungersi a quelli registrati negli ultimi 10 anni, nel corso dei quali abbiamo assistito a una crescita del 57% delle tariffe rifiuti in Italia, quasi 23 punti in più rispetto all’Area euro. Aumenti già evidenti sin dallo scorso anno, tant’è che in più occasioni nella interlocuzione con i Sindaci e gli Amministratori locali abbiamo proposto di effettuare una valutazione complessiva di quanto incide la fiscalità locale sulle imprese, in modo tale da avere i dati disponibili per una indispensabile e necessaria rimodulazione – a mio parere – , in un ottica di complementarietà e di compensazione anche tra imposte diverse (IMU, Tares, occupazione suolo pubblico, pubblicità, etc) , all’interno di una unica voce di bilancio, ovvero quello dell’apporto economico delle imprese ai conti comunali».