La PA italiana sta volando verso il Cloud portando novità e vantaggi anche per le imprese. Possiamo sintetizzarli in tre categorie: risparmi (circa 23 miliardi di euro), aumento della produttività e nuovi business che si aprono facendo leva su questa svolta digitale.
I casi di pubbliche amministrazioni che migrano sulla Nuvola si moltiplicano (Comuni, Province, Regioni, Ospedali…) e con modelli sempre più sofisticati. Da qui scattano i vantaggi aggiuntivi per le imprese: il Cloud della PA, maturando, comincia infatti a offrire anche supporto ad aziende e territorio per lo sviluppo di servizi innovativi.
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Risparmi ed efficienza
Stime della School of Management-Politecnico di Milano dicono che la PA italiana può risparmiare in cinque anni fino a 5,6 miliardi di eur, grazie a Cloud e Virtualizzazione: aumenterebbe l’efficienza IT dei propri 4.033 server, ridurrebbe gli sprechi nei consumi energetici e ottimizzerebbe l’impiego di risorse umane.
Solo da questa gestione ottimizzata delle risorse umane è previsto un risparmio di 1 miliardo di euro: il personale potrebbe essere spostato dalla mera gestione dei server a quella di servizi evoluti interni o verso il cittadino. Questi risparmi e questa maggiore efficienza si ripercuoteranno sulle aziende, secondo quanto riferito a PMI.it dal Politecnico di Milano.
“Ci sarà meno burocrazia, perché grazie al Cloud cresceranno i servizi digitali della PA, con un risparmio di 23 miliardi di euro l’anno per le imprese”, dice Mariano Corso, esperto di questi temi presso il Politecnico. Teniamo conto che sono 24 miliardi di euro l’anno gli oneri amministrativi relativi a 81 procedure burocratiche, in capo alle aziende, secondo il Dipartimento della Funzione Pubblica.
“Inoltre risparmieranno 140 milioni di euro l’anno nel partecipare alle gare di appalto, grazie a una banda dati unica. In media le imprese presentano la stessa documentazione 27 volte alle varie stazioni appaltanti. La banca dati unica consentirà alle amministrazioni di consultare un fascicolo elettronico contenente la documentazione di impresa ed effettuare i controlli sul possesso dei requisiti, senza richiedere la documentazione nuovamente”.
Il Cloud nella PA “può facilitare integrazioni ed automatismi di interscambio dati con altri enti ed altre pubbliche amministrazioni, così da produrre a tendere una semplificazione dell’interazione tra impresa e sistema pubblico nel suo complesso (esempio evidente è quello dello sportello unico virtuale), che attualmente per molti motivi (tra cui la frammentazione dei sistemi informativi tradizionali) risulta molto articolata e spesso poco unitaria”, conferma Giuliano Noci, del Politecnico.
Il Cloud probabilmente avrà un ruolo anche per abilitare l’eProcurement, da cui si prevedono 7 miliardi di euro l’anno di risparmio per la PA. “I vantaggi per le imprese sono due: ridurre i tempi di ciascuna pratica significa poter avviare prima i lavori e, di conseguenza, effettuare i pagamenti. Migliora inoltre la trasparenza nelle relazioni verso le imprese fornitrici”, dice Corso.
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Rielaborazioni del Politecnico di Milano per PMI.it
Innovazione sul territorio
Finora abbiamo considerato solo i vantaggi scontati, che derivano da una maggiore efficienza della PA, ma c’è ben altro sull’orizzonte del Cloud: c’è la promessa di creare innovazione a cascata sul territorio. Per prima cosa, “può abilitare nativamente lo sviluppo di servizi online rivolti alle imprese (sportello unico virtuale, denunce ed autorizzazioni online eccetera…) superando i limiti di “chiusura” dei vecchi sistemi di back office”, dice Noci.
“Ora che anche il back office è online, aprire certe funzionalità all’utenza esterna può essere sicuramente più facile e meno oneroso”. Secondo, il cloud nella PA “potrà indurre una possibile standardizzazione delle offerte di servizi applicativi da parte dei fornitori di mercato, poiché basate su una tecnologia comune (e tendenzialmente open source) con conseguente miglioramento degli standard di interazione ed interoperabilità tra impresa utente e sistema pubblico”. Insomma, il classico circolo virtuoso che s’innesca quando PA e imprese si digitalizzano assieme. “Ci aspettiamo un grosso impatto negli ambiti caratterizzati da elevati volumi di interazioni e flussi, per esempio la fatturazione elettronica”.
Terzo, “il Cloud nella PA è in grado di garantire a basso costo disaster recovery e business continuity con miglioramento dei livelli di servizio e, indirettamente, dei livelli di efficacia ed efficienza del servizio finale rivolto alle imprese (servizio h24, sempre online paragonabile a livelli di servizio presenti in ambito bancario o simili)”.
C’è poi il capitolo dei vantaggi connessi allo sviluppo di nuovi business. “Il cloud può favorire la fruibilità dei dati gestiti dalla Pubblica Amministrazione. Abilita la possibilità di sviluppo, da parte di soggetti pubblici e privati, di nuovi servizi a valore aggiunto secondo il paradigma degli open data”. E’ proprio il caso della Regione Marche. Analogamente, “la messa a sistema nel Cloud delle applicazioni, e quindi dei dati, può favorire la nascita di nuove applicazioni e servizi promossi dalla PA che si basano, appunto, sull’incrocio di diversi dati (sistemi di infomobilità, lotta all’evasione…)”. “Tali applicazioni sono naturalmente sviluppate dalle imprese, promuovendo quindi l’ampliamento di un mercato per i privati. Inoltre la disponibilità di dati può abilitare la nascita di nuovi servizi erogabili da intermediari (per esempio da professionisti nell’ambito catastale)”
Inoltre, “il Cloud potrebbe favorire una più rapida circolazione (riuso) delle soluzioni, rendendo più facile l’accesso alle applicazioni (a PA e imprese). Alimenta così il mercato delle imprese che lavora nell’ambito del supporto al riuso (configurazione, dispiegamento…) delle applicazioni, oggi ancora più rilevante che in passato (per gli aggiornamenti Cad, per esempio)”, dice Noci.
Nascita di aziende innovative o potenziamento dei mercati digitali, quindi: c’è da aspettarselo, quando un intero sistema adotta, grazie al Cloud, i paradigmi delle nuove tecnologie. E il passaggio della PA al Digitale è considerato, al solito, il migliore volano per l’innovazione dell’intero sistema Paese. A sua volta, il Cloud promette di essere volano di digitalizzazione per imprese e PA: è questa la promessa che ora si gioca in Italia.
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Modelli di successo
La Regione Marche, con il progetto MCloud, nel 2013 costruirà una Nuvola federata pubblico-privata a cui si collegheranno più soggetti: Regione, Comuni, Asl, aziende. Sulla Nuvola non andranno solo i servizi interni della PA (per la comunicazione e la collaborazione, per esempio) e quelli rivolti al cittadino (si parte con i referti medici elettronici) ma anche open data e relative app sviluppate dalle aziende del territorio. E’ un modello innovativo: sviluppatori di applicazioni potranno trovare sulla Nuvola i dati del trasporto pubblico e dei beni culturali e usarli per creare app turistiche o sulla mobilità urbana (è il concetto di “open data”). Potranno poi metterle sulla stessa Nuvola regionale e da qui offrirle a terzi.
Anche altre PAL stanno provando a sfruttare il Cloud come leva d’innovazione. Con le Google Apps il Comune di Novara risparmia 30mila euro l’anno arricchendo la gamma di servizi IT utilizzati, introducendo in futuro la geo-referenziazione per raccogliere le segnalazioni degli utenti, e creando presto siti e canali di comunicazione con associazioni e organizzazioni del territorio.
Risparmi e servizi innovativi sono il senso anche dell’esperienza cloud all’Ospedale di Lecco. Nel 2012 ha potuto tagliare di 240mila euro la spesa IT con un cloud privato su software open source. Nel 2013 adotterà anche il cloud pubblico migrandovi posta, calendari e servizi di comunicazione avanzata come la videoconferenza.