Nonostante la crisi, le imprese italiane sono in aumento: nei primi 11 mesi del 2009, di +26.122 unità, arrivando a quota oltre sei milioni. Lo rivelano le elaborazioni sul Registro delle imprese di Unioncamere.
In particolare, ci sono più imprese create che chiuse: 359.108 contro 332.986, per un totale di 6.097.369 aziende.
Gli indicatori evidenziano inoltre un rallentamento delle chiusure di Pmi, che dimostrano di reagire allo shock iniziale facendo leva sulla flessibilità delle reti che vedono coinvolte circa 115mila Pmi.
A livello territoriale le zone in cui fare impresa continua ad essere elemento primario sono la Lombardia (+8.578 unità) e il Lazio (+7.823), dove si concentra il 63% del saldo complessivo, in particolari nei capoluoghi: +5.978 per Milano e +6.367 per Roma.
Il fare impresa non lascia però molto indietro il Sud: la Campania si posiziona terza in classifica con +3.952 imprese, delle quali +2.167 a Napoli. Seguono la Toscana (+2.527) e a sorpresa la Calabria (+1.521).
Per tipologia invece vincono forme più strutturate e solide di impresa come le società di capitali grazie alle quali il differenziale positivo di oltre +42 mila imprese è stato in grado di compensare il calo delle ditte individuali di -22 mila unità. Crescono, anche se in minore quantità, anche le società di persone (+2.078) e le Altre forme giuridiche (+4.489).
Bene anche l’Abruzzo che non si è lasciato andare dopo il terremoto e fa registrare un incremento di +1.067 imprese, delle quali ben 394 con sede proprio all’Aquila.
Male invece per l’Emilia Romagna (-1.414 unità), Puglia (-980), in Friuli Venezia Giulia (-597), Molise (-95), Veneto (-28) e Marche (-21).
Il 43,4% delle imprese è fiduciosa che nel 2010 la crisi sarà superata e si raggiungerà un livello di competitività superiore a quello di un anno fa, il 39,1% ritiene che non ci saranno variazioni, il 9,2% si sente meno competitiva e infine l’8,2% si dichiara incapace di fare previsioni.
Migliora il rapporto imprese-banche e si riducono le difficoltà di accesso ai finanziamenti ma non si azzerano. Il 17% delle imprese ritiene l’accesso al credito bancario difficile, soprattutto per l’incremento delle garanzie reali richieste, mentre il 41% non segnala problemi negli ultimi sei mesi.
Aumenta la percentuale di aziende che non si rivolgono affatto alle banche passando dal 35,9% di fine giugno 2009 al 41,6% di oggi.