Continua l’incubo per i pensionati italiani: dopo la riforma previdenziale el ministro Fornero e il blocco delle rivalutazioni sugli assegni, è il turno delle missive INPS che annunciano la sospensione delle pensioni in caso di mancato invio del modello RED, ai sensi dell’art.13, comma 6, lettera C, L. 122/10.
=> Scarica il modello RED
Solo pochi mesi fa si era accesa la polemica sulla mancata consegna e difficile reperibilità di tali modelli, che ostacolava per l’appunto l’accesso alle prestazioni e agevolazioni:
C’è però tempo fino al 28 febbraio 2013 per correre ai ripari ed evitare la sospensione della pensione presentando domanda di ricostituzione.
Nello specifico, si tratta del modello RED 2011 relativo ai redditi 2010 di titolari di: pensioni integrate al minimo; maggiorazione ed assegno sociale; trattamento di famiglia; incumulabilità della pensione ai superstiti.
Ricordiamo che il modello RED serve all’Istituto previdenziale per la verifica dei dati reddituali che danno diritto all’integrazione della prestazione previdenziale.
=>Modello ICRIC e RED 2012 INPS per agevolazioni fiscali INPS
La presentazione del modello RED è obbligatoria per:
- pensionati e/o familiari esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi;
- pensionati con redditi esenti da IRPEF non dichiarati ma rilevanti per il diritto alla prestazione INPS.
- pensionati che non possiedono altri redditi oltre la pensione.
La presentazione del modello non è invece obbligatoria nel caso in cui si possa risalire integralmente alla situazione reddituale mediante le modelli 730 e UNICO.
=> Scopri di più nel Dossier sulle Pensioni
Per gli interessati, la scadenza per l’invio del modello è fine febbraio. In proposito, ha rilasciato dichiarazioni critiche il Patronato CLAAI: «l’INPS avrebbe potuto inviare questa comunicazione entro fine novembre o prevedere la sospensione a partire da febbraio 2013 invece di comunicarla e attuarla proprio nel periodo delle feste, come un fulmine a ciel sereno, colpendo in massima parte le fasce più deboli della popolazione».
Ma di contro ha ammesso: «gli interessati hanno avuto due anni di tempo per evitare il provvedimento ed è quindi opportuno, per il futuro, prestare maggiore attenzione recandosi tempestivamente presso i soggetti abilitati a prestare assistenza in materia».