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Pensioni, dal 2013 assegni più bassi

di Barbara Weisz

3 Gennaio 2013 12:00

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Il primo gennaio 2013 sono scattate le novità della Riforma delle Pensioni: tre mesi in più per raggiungere l'età pensionabile agganciata alle aspettative di vita e assegni più bassi per i nuovi pensionati. Regole, coefficienti ed esempi di calcolo.

Dal primo gennaio 2013, per andare in pensione bisogna lavorare di più, mentre l’assegno previdenziale si abbassa: è infatti entrato in vigore l’agganciamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita previsto dalla Riforma delle Pensioni Monti – Fornero.

Sono cambiati anche i coefficienti di trasformazione, sui quali calcolare l’importo della pensione, anch’essi rimodulati in base all’allungamento dell’aspettativa di vita: tre mesi in più di lavoro e un assegno più basso di circa il -3%. Se paragonassimo l’importo della pensione a quello di un lavoratore di pari età (per esempio 65 anni) andato in pensione nel ’95, la differenza arriverebbe addirittura al 10% o anche 11%.

=> Leggi come cambiano le regole per le Pensioni 2013

Pensione di vecchiaia

A partire dal 2013 l’età pensionabile viene agganciata alle aspettative di vita e aumenta di tre mesi. Queste  le nuove soglie per la pensione di vecchiaia:

  • donne dipendenti nel privato: 62 anni e tre mesi;
  • lavoratrici autonome: 63 anni e 9 mesi;
  • donne dipendenti nel pubblico: 66 anni e tre mesi;
  • uomini dipendenti o autonomi: 66 anni e tre mesi.

=> Vai allo speciale Riforma delle Pensioni

Pensione di anzianità

Ecco invece cosa succede a chi va in pensione di anzianità (qui ai tre mesi dell’adeguamento bisogna aggiungere un ulteriore mese previsto dalla Riforma delle pensioni):

  • donne: 41 anni e cinque mesi di contributi (nel 2012 bastavano 42 anni e un mese)
  • uomini: 42 anni e cinque mesi (contro i 42 e un mese del 2012).

Nel 2014 scatterà un ulteriore mese, quindi si passerà a 41 anni e sei mesi per le donne e 42 anni e sei mesi per gli uomini

Per tutte le pensioni, l’adeguamento alle speranze di vita (i tre mesi in più) vale tre anni, quindi fino al 2015. Continuerà a essere triennale fino al 2019, quando diventerà biennale. Si arriva a un’età minima di 67 anni nel 2021.

Quanto all’età massima consentita per andare in pensione, anch’essa si adegua alle speranze di vita, per cui passa a 70 anni e tre mesi nel 2013 (e secondo le stime della Ragioneria dello Stato arriverà a 75 anni e 3 mesi nel 2065).

Pensione anticipata

Per chi pur nel rispetto dei limiti contributivi si ritira prima dei 62 anni, la pensione viene decurtata dell’1% per ogni anno di anticipo (rispetto alla soglia di 62 anni) per i primi due anni, e del 2% per ogni anno successivo. Quindi:

  • taglio dell’1% per chi si ritira un anno prima (a 61 anni);
  • del 2% per chi va in pensione due anni prima (60 anni);
  • 4% per chi va in pensione tre anni prima (59 anni);
  • 6% per chi si ritira quattro anni prima (58 anni).

=> Leggi degli aumenti bloccati dalla Riforma pensioni

Nuove pensioni: esempi di calcolo

E veniamo all’altro punto fondamentale, ovvero il ridimensionamento dell’importo dell’assegno. I nuovi coefficienti (stabiliti dal decreto ministeriale del 15 maggio 2012 e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 24 maggio 2012) sostituiscono quelli che erano in vigore dal 2010 e sono validi dal primo gennaio 2013 al 31 dicembre 2015.

Il calcolo è complicato, perché il coefficiente dipende dall‘età in cui si va in pensione. Facciamo dei casi concreti.

Esempio: un lavoratore che ha preso in media 20mila euro lordi per 40 anni (montante accumulato, 250mila euro) e va in pensione a 65 anni: se si è ritirato fra il 1010-2012, con il coefficiente al 4,42%, ha preso un assegno di 14mila 50 euro all’anno.

Se va in pensione dal primo gennaio 2013 prenderà 13mila 600 euro, ovvero 450 euro in meno rispetto al 2012 e addirittura 1740 euro in meno rispetto a un collega pensionato dal ’95. Ovviamente questi calcoli non riguardano chi è già in pensione, che continua a prendere il suo assegno con gli importi calcolati secondo la normativa previgente.

Un 67enne, invece, che si ritira nel 2013, perde 550 euro rispetto a un collega andato in pensione alla stessa età nel triennio precedente (e addirittura oltre 2mila euro rispetto a un coetaneo che si è ritirato nel ’95).

Un 70enne, perde ben 750 euro rispetto al 2010 e 2milioni e 600 euro abbondanti sul ’95.

Vediamo con precisione questi calcoli nella seguente tabella, completa dell’importo di queste pensioni (prevede sempre un montante accumulato pari a 250mila euro,  il 33% di 20mila euro lordi per 40 anni):

Pensioni dal 2013

ETA’   2010 2013 DIFFERENZA  
65    € 14.050    € 13.600 € 450
67    € 15.125    € 14.575 € 550
70    € 17.000    € 16.250 € 750

Fonte: Epheso

Tutti i nuovi coefficienti

Per fare analoghi calcoli anche sulle altre età pensionabili, ecco una tabella completa dei nuovi coefficienti:

Coefficienti di conversione rendita

ETA’ 2010 2013 Differenza % 2012-2013
57 4,42% 4,30% -2,71%
58 4,54% 4,42% -2,64%
59 4,66% 4,54% -2,58%
60 4,80% 4,66% -2,92%
61 4,94% 4,80% -2,83%
62 5,09% 4,94% -2,95%
63 5,26% 5,09% -3,23%
64 5,43% 5,26% -3,13%
65 5,62% 5,44% -3,20%
66 5,83% 5,62% -3,60%
67 6,05% 5,83% -3,64%
68 6,27% 6,05% -3,51%
69 6,53% 6,28% -3,83%
70 6,80% 6,50% -4,41%

Fonte: Epheso su stime ISTAT

Come si vede, a parità di età si è sempre penalizzati, mentre il meccanismo premia chi resta nel mondo del lavoro più a lungo: il coefficiente di un lavoratore che sceglie di ritirarsi a 67 anni, è più alto di quello relativo a un collega che andava in pensione a 65 anni fra il 2010 e il 2012.

Da notare che i coefficienti relativi al 2012 per le età superiori ai 66 anni nel caso delle pensioni INPS erano gli stessi previsti per i 65 anni, perché è la prima volta che l’INPS prevede coefficienti sopra questa età, già previsti invece da altri istituti previdenziali.

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Ricordiamo infine che i coefficienti si applicano solo alla parte contributiva, che la riforma delle Pensioni prevede si applichi a tutti per la parte maturata dal primo gennaio 2012. Ognuno deve quindi fare i calcoli in base al modo in cui viene calcolata la sua pensione.

Infine, con la Circolare INPS n. 149 sono stati comunicati i nuovi criteri e modalità di rivalutazione delle pensioni per l’anno appena iniziato:

=>Leggi le nuove regole 2013 per la pensione di anzianità e invalidità